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Sequestrati a Scajola i dossier segreti contro i rivali politici

Imperia. L’ex ministro: «Autorizzato ad averli». Le carte nella sua villa. «Autorizzato ad averli».

GENOVA – Un nuovo avviso di garanzia è arrivato all’ex ministro Claudio Scajola, questa volta per ricettazione: nel corso della perquisizione, la settimana scorsa, nella sua villa e nell’ufficio di Imperia sono infatti saltati fuori documenti top secret dei servizi segreti e plichi riservati del ministero degli Interni, documenti relativi a una «denuncia di privato nei confronti di Silvio Berlusconi allora presidente del Consiglio» e un’informativa dei carabinieri di Imperia su un ex parlamentare imperiese del Pdl, Eugenio Minasso, carteggi relativi al Comune ligure. Materiale in massima parte riferibile al periodo fra il 1998 e il 2002, quando Scajola era ministro degli Interni e che il pubblico ministero ritiene detenuto illecitamente: da qui la decisione di indagare Scajola per ricettazione, anche se il magistrato precisa che per parte dei documenti il reato in ipotesi è l’appropriazione indebita aggravata per cui è competente Roma (alla quale dovrebbe essere trasmesso il fascicolo). La perquisizione era avvenuta nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Imperia per finanziamento illecito e abusi edilizi, basata sull’ipotesi che il prezzo pagato dall’ex ministro per la ristrutturazione di villa Ninnina (circa un milione di euro) non sia stato congruo.

Scajola si dichiara «avvilito» dalla svolta delle indagini: «Non so cos’altro devo aspettarmi. Non so neppure cosa sono esattamente quei documenti. Quando un ministro lascia il Dicastero gli scatoloni non li riempie certo da solo, lo fanno gli addetti della segreteria e gli usceri. E poi, cosa crede, quando personalità come Andreotti o Taviani scrivono le loro memorie si riferiscono ben a documenti che si sono tenuti in copia per scopi storici. Anche i documenti in mio possesso sono in copia e sono stato autorizzato a detenerli. Questa vicenda come le altre finirà in una bolla di sapone. Intanto a Imperia ci sono le elezioni comunali». Elezioni che vedono contrapposte la lista sostenuta da Minasso e quella da Scajola, quest’ultima «benedetta» dal Pdl con il simbolo. Fra i documenti riservati del ministero c’è in particolare una relazione del 5 agosto del 2002 nella quale si ricostruisce la revoca della scorta del giuslavorista Marco Biagi, poi ucciso dai terroristi: è una memoria in chiave difensiva in cui si afferma che il ministero di Scajola non era stato informato da Maroni sul pericolo corso dal suo consulente. «La mancanza di qualsivoglia informazione al riguardo – è scritto – è peraltro documentata nell’ambito dell’inchiesta amministrativa». Altri documenti sarebbero relativi al G8 di Genova e al terrorismo. Quanto alla cartella sulla «denuncia di un privato» riferita a Berlusconi, Scajola dice di non ricordare di cosa si tratti ma «sia chiaro, non esiste nessun dossier né su Berlusconi né su nessun altro, politico o no». Il documento sarebbe una denuncia dell’ex agente segreto Federico Armati, già sposato con Virginia Sanjust, una conoscenza di Berlusconi, a Massimo Brutti quale vicepresidente Copasir.

L‘informativa del 1998 dei carabinieri di Imperia riferisce invece di un presunto giro di cocaina e indica Eugenio Minasso come consumatore: «Sono indignato – è la reazione dell’interessato – non ho mai fatto uso di cocaina, sono un ex carabiniere io. E sono sconvolto dal fatto che Scajola avesse dei documenti top secret: ho scritto alla segreteria nazionale e alla segreteria di Berlusconi e spero che intervengano».

Erika Dellacasa

Sequestrati a Scajola i dossier segreti contro i rivali politiciultima modifica: 2013-04-23T15:55:40+02:00da
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