IL GOVERNO. Ma il Pdl non cede, Cicchitto: «Serve un’autorevole personalità del centrodestra.
Per la presidenza della Convenzione sulle riforme «dobbiamo trovare una figura in grado di dare garanzie a tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento e temo che il senatore Berlusconi non sia fra questi». Sono le parole di Stefano Fassina, viceministro all’Economia e deputato Pd, intervistato dal Tg3. Il giorno dopo la nomina dei sottosegretari si riaccende la discussione sulla Convenzione per le riforme. A bocciare una possibile candidatura del Cavaliere giovedì era stato anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi («ora non esageriamo, un conto è fare un governo con il Pdl perchè non ci sono alternative, altro è dare la Convenzione a Berlusconi»). Ma sulla presidenza della «commissione dei 75» si era espresso anche Luciano Violante ( «tutti coloro che hanno ricoperto importanti incarichi istituzionali possono presiedere questo organismo». E su Berlusconi l’ex presidente della Camera ha detto: «Anche il ministro delle riforme è del Pdl. È bene che non ci siano esponenti dello stesso partito nel governo e alla guida della Convenzione».
LA REPLICA PDL – «Non condividiamo alcune osservazioni di Violante sulla Convenzione», ha detto Fabrizio Cicchitto, secondo cui «in primo luogo la Convenzione, per essere politicamente incisiva e significativa, deve essere composta in larga parte da parlamentari, altrimenti rischia di risolversi in un esercizio accademico». «In secondo luogo -ha aggiunto l’esponente Pdl – la presidenza della Convenzione deve essere attribuita a un’autorevole personalità del centrodestra anche perché tutte le cariche di rilievo politico istituzionale sono state ricoperte da esponenti della sinistra e addirittura, per quello che riguarda la presidenza della Camera, da un esponente della formazione di sinistra». Difende la possibile nomina di Berlusconi a presidente della Convenzione anche Barbara Saltamartini del Pdl: «Il Pd e i suoi esponenti non devono dimenticare che hanno vinto le elezioni con un vantaggio di poche migliaia di voti sul Pdl, fatto che non gli consente di guidare il paese da soli. Sono dunque del tutto inappropriate le dichiarazioni di rappresentanti del Pd sull’opportunità che Berlusconi presieda o no la Convenzione per le riforme».