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L’assassino: «Fabiana tentò di difendersi». Fabiana, l’incontro della mamma con il vescovo: «Mia figlia ha diritto ad avere giustizia»

Il Delitto di Corigliano – in corso l’autopsia. La confessione dell’assassino: «Cercò di togliermi la tanica dalla mano nonostate l’avessi accoltellata più volte». Dal balcone la donna si rivolge ai compagni di scuola in corteo: «Quanti ti volevano bene, solo uno ti odiava».

Ha tentato di togliere di mano al suo omicida la tanica di benzina con la quale intendeva darle fuoco, Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa dal fidanzato di un anno più grande a Corigliano Calabro. Lo ha detto, secondo quanto si è appreso, lo stesso ragazzo nel corso dell’interrogatorio. Intanto la madre di lei, durante un colloquio con l’arcivescovo di Rossano, dice che «mia figlia ha diritto alla giustizia». Il monsignore, Santo Marcianò, conversando con la donna aveva parlato di un possibile recupero dell’omicida.

INTERROGATORIO – Interrogato, l’omicida ha detto che la ragazza, benchè ferita da diverse coltellate inflitte al culmine di una lite per motivi di gelosia, ha reagito sino all’ultimo per sottrarsi alla morte. Quando si è resa conto che lui intendeva bruciarla, si è alzata e gli si è buttata addosso, cercando di versare per terra il contenuto della tanica. Poi, probabilmente perchè indebolita dalle coltellate, è ricaduta a terra ed il giovane le ha dato fuoco. Parole che potrebbero essere confermate dall’autopsia, in corso nel pomeriggio di lunedì 27.

LA RICOSTRUZIONE – – Un nuovo sconcertante particolare che va ad aggiungersi alla ricostruzione fatta dai carabinieri. E alla ricostruzione di quello sconvolgente omicidio. Gli investigatori una cosa l’hanno accertata. Lui l’ha bruciata quando ancora era viva. D.M., 17 anni, ha ammesso di aver prima accoltellato Fabiana e poi di averla cosparsa di benzina e quindi, mentre lei pregava di non farlo, le ha dato fuoco. Un racconto raccapricciante quello del giovane che ha ammesso davanti ai carabinieri di aver ucciso la sua fidanzata per gelosia. La città di Corigliano è sotto choc per questo assurdo delitto. La gente ha atteso per ore davanti la caserma dei carabinieri, per cercare di vedere in faccia l’assassino di Fabiana Luzzi, 16 anni a giugno. Il giovane assassino, avrebbe ucciso la sua fidanzata al culmine di una lite.

«Come era bella Fabiana, ora non posso più vederla, devo solo ricordarla attraverso di voi». Una voce a metà tra pianto e urla. Dal balcone la madre della sedicenne barbaramente assassinata a Corigliano Calabro, si è affacciata guardando amici e compagni di scuola della figlia che nella mattinata di lunedì 27 l’hanno ricordata sfilando per il paese. Prima di rientrare in casa la donna ha gridato: «Fabiana, quanta gente ti voleva bene, solo uno ti odiava».

«DIRITTO ALLA GIUSTIZIA» – In mattinata, poco prima del corteo dei ragazzi, la famiglia Luzzi, tutti testimoni di Geova, ha ricevuto la visita dell’arcivescovo di Rossano-Cariati, Santo Marcianò. Un incontro di una ventina di minuti. «In questo momento abbiamo bisogno di sentire l’affetto della gente. Non vogliamo sentirci soli» ha detto la donna al monsignore. «Mia figlia ha il diritto di avere giustizia» ha proseguito aggiungendo pure – stando a quanto riferito da Marcianò – che anche «quel ragazzo è una vittima». «Ho visto un clima di grande compostezza – ha detto il monsignore – e mi rendo conto che ora, piano piano, bisogna riflettere su quanto è accaduto. C’è un bisogno evidente di affetto e per questo motivo che ho garantito ai genitori di Fabiana tutta la mia vicinanza». «Ho offerto loro – ha concluso – la totale disponibilità e fraternità ed hanno accettato di buon grado».

IL VESCOVO: «DISAGIO DEL RAGAZZO» – «Ho parlato – ha proseguito il presule – del problema educativo e del profondo disagio del ragazzo che ha compiuto l’omicidio. In modo esplicito ho fatto riferimento al perdono ed ho trovato una reazione positiva nei familiari della ragazza uccisa. Ho voluto affrontare anche il discorso della rieducazione a 360 gradi che va affrontato quando sarà passato il momento del dolore».

IL PADRE – Il padre della ragazza accogliendo in casa l’arcivescovo lo ha abbracciato e gli ha detto che «mi ha fatto piacere ricevere la sua visita. Noi ci incontriamo sul valore della vita».

VIOLENTO – In città lo indicano come un tipo irrequieto, a tratti violento, capace di azioni eclatanti. Questo ragazzo dai modi esuberanti, forte caratterialmente, anche molto intelligente affermano i suoi insegnanti, ha deciso di uccidere in un momento d’ira la sua fidanzata, solo perché lei si era rifiutata d’avere un rapporto sessuale con lui. Il ragazzo venerdì non era andato a scuola, frequenta la quarta classe dell’istituto tecnico per geometri a Corigliano. Il giorno prima aveva litigato con Fabiana. Ha trascorso tutta la notte a rimuginare e riflettere su come riallacciare quel rapporto. Poi ha atteso la sedicenne all’uscita dalla scuola. Fabiana frequentava la prima classe dell’istituto tecnico commerciale di Corigliano. All’uscita da scuola, la giovane si è trovata di fronte il suo ragazzo. Le compagne hanno raccontato che Fabiana vedendo il fidanzato ha cercato in tutti i modi di evitarlo. Il ragazzo, però, l’avrebbe inseguita e costretta a salire sul suo ciclomotore. Prima però fra i due ci sarebbe stata una violenta discussione.

CORTEO DEGLI STUDENTI – Scuole chiuse, intanto, nella mattinata di lunedì, a Corigliano, in segno di lutto per l’omicidio di Fabiana. Gli studenti hanno organizzato un corteo che si sta snodando per la città e che si concluderà sotto la casa della famiglia della ragazzina. I ragazzi indossano un nastro rosso, «il colore dell’amore, che vogliamo portare per ricordare Fabiana», hanno detto.

«SOLO UNO TI ODIAVA» – Proprio affacciandosi al balcone davanti ai ragazzi, la madre di Fabiana ha gridato: «Quanta gente ti voleva bene, solo uno ti odiava».

Redazione Online e Alessandro Fulloni

L’assassino: «Fabiana tentò di difendersi». Fabiana, l’incontro della mamma con il vescovo: «Mia figlia ha diritto ad avere giustizia»ultima modifica: 2013-05-27T16:38:58+02:00da
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