Verdetto unanime dei primi sondaggi svolti da tutti i network televisivi. Il terzo confronto è andato ancora al candidato democratico che per Cnn ha già raggiunto i voti necessari per vincere
NEW YORK – Tre a zero. Per la terza volta di fila, il candidato democratico alla Casa Bianca Barack Obama ha battuto l’avversario repubblicano John McCain nel dibattito di mercoledì notte, l’ultimo prima del voto del 4 novembre. E’ questo il verdetto unanime dei primi sondaggi a caldo svolti da tutti i network televisivi, dalla CBS alla Fox. Il 58 % degli intervistati dalla CNN da ad Obama la vittoria, il 31 % gli preferisce McCain. Al democratico erano andati anche i primi due duelli in diretta tv e l’ultimo ko dimostra che McCain non è riuscito a cambiare la dinamica di una corsa che da giorni lo vede in forte svantaggio.
Poco prima del dibattito la Cnn aveva annunciato che, in base ai sondaggi, il candidato democratico ha già raggiunto e superato la quota di 270 voti elettorali necessari per vincere. McCain era arrivato alla Hofstra University vicino a Long Island con l’obiettivo di mettere l’avversario sulla difensiva. E all’inizio c’è riuscito, accusandolo di “voler alzare le tasse”, di “essere un nemico della libera iniziativa”, di avere “posizioni estremiste sull’aborto”. Nella prima mezzora McCain è parso in vantaggio sull’avversario, più energico, preparato ed eloquente. «Non sono il presidente Bush: senatore Obama, se volevi candidarti contro Bush dovevi farlo quattro anni fa», replica in tono risoluto quando Obama lo bolla “altri quattro anni di Bush”. Ma quando pigia sull’acceleratore dell’aggressività, McCain crolla negli applausometri ai margini dello piccolo schermo che monitorano in diretta le reazioni di una platea di indecisi riuniti dalla CNN a Columbus, in Ohio.
«McCain ha dominato la prima metà del dibattito», spiega David Gergen, consigliere di Reagan e Clinton, «Ma quando è passato agli attacchi personali il suo volto si è trasformato in una maschera nervosa di sdegno e stizza che ha consegnato la vittoria al Obama». YouTube mette subito in onda le immagini in cui pare irruento e rancoroso, sorpreso dalle telecamere a sbuffare, strizzare gli occhi e scrollare la testa, accanto ad un Obama imperturbabile, garbato anche negli attacchi più duri. In una parola: presidenziale. “McCain ce l’ha messa tutta”, lo difende il commentatore repubblicano William Bennett, «attaccando, dal primo all’ultimo round, con la prestazione migliore fino ad oggi». Ma poi ha ceduto alla tentazione di attaccare l’avversario per la presunta amicizia con Bill Ayers, un estremista degli anni delle proteste contro il Vietnam, anche se nei sondaggi gli elettori dicono di non volerne proprio sapere. «Quando Ayers commetteva atti riprovevoli avevo otto anni», ribatte Obama, «Abbiamo fatto parte del board di un’organizzazione anti povertà, finanziata da un amico di Ronald Reagan e da altri illustri repubblicani».