LEGA. Ma lui: «Mi si infanga, io verso alla Lega Nord tremila euro»
MILANO – Non c’è pace nella Lega: con i soldi del partito veniva pagato l’affitto di casa dell’ex ministro Roberto Calderoli. È quanto emerso dagli atti sequestrati ed esaminati dai carabinieri del Noe di Roma. A quanto si è appreso, veniva pagato il canone di 2.200 euro mensili per un appartamento in via Ugo Bassi al Gianicolo. Ma Calderoli rifiuta le accuse e si difende con una nota: «Mi si infanga per aver avuto in dotazione da parte del movimento una casa-ufficio dal costo di 2200 euro al mese, quando io verso mensilmente 3000 di euro alla Lega Nord» ha spiegato il triumviro del partito in un comunicato. Secondo l’ex ministro «siamo all’incredibile, si viene infangati – ha scritto – per aver fatto il proprio dovere, per aver lavorato e tanto. E tutto questo senza aver mai preso un euro di stipendio, per aver lavorato sette giorni su sette, tutte le settimane dell’anno».
LA DIFESA –«Come ho già spiegato nelle scorse settimane – spiega Calderoli – da 10 anni svolgo l’incarico di coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, incarico che mi ha portato a lavorare quasi sette giorni alla settimana, tutte le settimane dell’anno, feste, sabati e domeniche compresi, con una media di quasi 100mila km l’anno, girando in lungo e in largo su tutto il territorio nazionale». «Per questo mio lavoro – ha insistito l’esponente del Carroccio – non ho mai percepito un’indennità e per anni il movimento mi ha soltanto riconosciuto un rimborso per le spese sostenute, rimborso che è stato costantemente e totalmente devoluto al movimento stesso».
FANGO – Difende Calderoli anche la collega Manuela Dal Lago, triumvira del Carroccio, che cerca di fermare le polemiche: «Adesso basta, è ora di finirla con questo assurdo sputare fango addosso alla Lega Nord e ai suoi esponenti – ha detto -. Questa vicenda dell’affitto dell’appartamento utilizzato a Roma dal senatore Roberto Calderoli rasenta letteralmente il ridicolo. Siamo arrivati al punto che un movimento quale la Lega Nord non è nemmeno più padrona di decidere come utilizzare le proprie risorse? È possibile che si metta alla berlina la scelta del movimento di dotare il proprio coordinatore di un appartamento a Roma per consentirgli di svolgere al meglio la sua enorme mole di lavoro?».
PRECISAZIONI – E poi ancora «Vorrei ricordare a tutti – prosegue Dal Lago – che Roberto Calderoli da dieci anni lavora come un matto, e senza percepire uno stipendio per questo, senza fare mai ferie, girando per tutto il territorio quando non c’è attività parlamentare ed essendo sempre presente in Aula». Personalmente – sottolinea la triumvira – non posso che essere grata a Roberto Calderoli per tutta la mole di lavoro che si è sobbarcato in questi ultimi dieci anni e per tutto quello che sta continuando a fare e ritengo giusta e doverosa la scelta del movimento di fornirgli almeno un appartamento da utilizzare a Roma, tanto più che non ha mai percepito un euro di stipendio per il lavoro svolto da coordinatore». «E trovo davvero vergognoso – conclude – che si speculi su questa vicenda, assolutamente chiara e trasparente, e la si utilizzi per gettare ancora fango mediatico sulla Lega Nord e su uno dei suoi dirigenti. Adesso basta!».
PINI VS REGUZZONI – Ma oltre agli interventi giudiziari e di polizia, continua la faida interna alla Lega, tutti contro tutti, con un nuovo capitolo al giorno. Questa volta, oltre al caso Calderoli, lo scontro è tra il deputato Gianluca Pini e Marco Reguzzoni, il suo ex capogruppo alla Camera. Il primo a Omnibus su La7 ha dichiarato: «Quando scopro che il mio ex capogruppo ha speso in un anno 90mila euro con la carta di credito del gruppo qualcuno mi deve giustificare come cavolo son stati spesi». Non fa il nome di Reguzzoni, ma il riferimento è chiaro, visto che ora il ruolo è ricoperto da Gianpaolo Dozzo.
«MALCOSTUME DIFFUSISSIMO»– «La certificazione del bilancio – ha continuato – non va ad analizzare ogni singola pezza giustificativa. Il problema vero è dare una risposta seria a quello che si è evidenziato come un malcostume diffusissimo. Che non è solo sul finanziamento pubblico legato ai rimborsi elettorali: è anche sull’utilizzo che ne fanno i gruppi parlamentari».
TRA POCO SI SPARERANNO PER LE STRADE – Non manca l’ironia di altri partiti politici: «Il deputato della Lega Pini denuncia che l’ex capogruppo Reguzzoni ha speso 90mila euro con la carta di credito del gruppo della Camera. Maroni denuncia di essere stato spiato. Fra poco i leghisti si spareranno per le strade». Così su Facebook Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra.
BELSITO – Nel frattempo continuano le indagini della procura di Milano. Francesco Belsito, l’ex tesoriere della Lega Nord accusato di appropriazione indebita e truffa per le distrazioni dei fondi del Carroccio, sarà interrogato in un luogo segreto la prossima settimana. L’ex amministratore del partito avrebbe chiesto ai pm milanesi di poter rendere dichiarazioni davanti agli inquirenti. Si tratta di una presentazione spontanea davanti ai magistrati i quali, però, potranno muovere anche contestazioni in sede di interrogatorio. Belsito verrà sentito in un luogo segreto e non in procura per evitare l’assalto di giornalisti e fotografi. Sugli investimenti in oro e diamanti fatti dall’ex tesoriere, la Lega non sarebbe stata all’occorrente. È quanto si apprende da fonti legali, dopo che nella mattinata di giovedì i magistrati che indagano sulla presunta distrazione di fondi del Carroccio, hanno ricevuto i certificati che attestano la qualità, il peso e il valore degli 11 diamanti e dei cinque chilogrammi d’oro «restituiti» alla Lega nei giorni scorsi da Belsito. Documenti utili a verificare la corrispondenza con quelli di acquisto dei preziosi, acquisiti nei giorni scorsi dalla procura meneghina.