Viale Mazzini. Pdl e Lega disertano. Il premier riceve i manager Tarantola e Gubitosi. Pubblicità in calo, previsti tagli per 40 milioni
ROMA — Saltata l’elezione del nuovo Consiglio di amministrazione Rai: oggi alle 14.30 alla commissione di Vigilanza non si sono presentati né i commissari del Pdl né quelli della Lega. Mancato il numero legale, la seduta è stata annullata. Già in mattinata Maurizio Gasparri aveva dichiarato: «Troppe cose non ci convincono» a proposito dell’imminente ricambio dei vertici di viale Mazzini. Duro il commento di Fabrizio Morri, capogruppo del Pd in Vigilanza: «Da parte del Pdl c’è un gioco politico che ha stancato e che fortemente penalizza la Rai. Consideriamo irresponsabile l’assenza del gruppo Pdl e della Lega, il Governo faccia la sua parte e richiami all’ordine il Pdl».
NUBI ECONOMICHE – Il Pdl è ancora irritato con Monti per aver indicato con anticipo anche il nome del futuro direttore generale, Luigi Gubitosi. Molto verosimile uno slittamento a settimana prossima, dopo il vertice europeo. Ma il rinvio non aiuta certo la Rai a progettare il suo futuro. Anche perché continuano ad addensarsi, all’orizzonte della tv pubblica, fosche nubi economiche. In aprile l’attuale direttore generale Lorenza Lei ha dovuto mettere a punto una manovra con 50 milioni di tagli entro il 2012: il primo trimestre pubblicitario della Sipra, la concessionaria della Tv pubblica, aveva registrato un secco -50 milioni rispetto alle previsioni ottimistiche sul 2012 del dicembre 2011 (un miliardo di introiti). Si avvicina la fine del secondo trimestre e si scopre che la pubblicità sta ulteriormente calando ed è probabile una chiusura a fine 2012 sui 900 milioni.
I TAGLI – Il nuovo Consiglio di amministrazione (se e quando verrà votato) o il vecchio, in eventuale regime di proroga, dovranno comunque affrontare un’ennesima, durissima manovra fatta solo di tagli e di contenimento di spese, almeno per 40 milioni (secondo le previsioni riservate e informali che insistentemente circolano, in più uffici, ai piani alti di viale Mazzini). La recentissima presentazione dei nuovi palinsesti autunno 2012-inverno 2013 non avrebbe fatto registrare significative inversioni di rotta.
I VERTICI – Ieri Mario Monti ha ricevuto in una visita definita da palazzo Chigi «di presentazione e di cortesia» i nuovi vertici Rai da lui designati da ministro dell’Economia: cioè Anna Maria Tarantola per la presidenza, Luigi Gubitosi per la direzione generale. Un incontro che ha un significato molto preciso: Tarantola-Gubitosi restano i candidati della presidenza del Consiglio, assolutamente impensabile qualsiasi sostituzione in corsa. Ma per eleggere il presidente e designare il direttore generale occorre avere un nuovo Consiglio di amministrazione votato dalla Vigilanza. E oggi non se ne farà niente.
IL VOTO – Il Pd già ieri attaccava il Pdl sulla sua prevista assenza alla votazione di oggi. Vicenzo Vita: «In quel caso si assumerà una responsabilità gravissima. Non si può lasciare il servizio pubblico senza un gruppo dirigente per un tempo tanto lungo». Anche Enzo Carra, dall’Udc, parla di «irresponsabilità» se si dovesse verificare questa eventualità. E sempre Carra chiede che i consiglieri vengano scelti solo tra le candidature approdate in Vigilanza. Il suo collega di partito Roberto Rao, capogruppo in Vigilanza, ricorda che «occorre dare governabilità alla Rai». La Lega ribadisce che non voterà un proprio candidato, quasi certamente con una scheda bianca. L’Italia dei Valori conferma (con Pancho Pardi) che non si presenterà al voto. Intanto, ieri, il gruppo «Se non ora quando?» ha chiesto alla commissione parlamentare di Vigilanza che, nelle votazioni per il nuovo Consiglio, venga applicato il sistema del 50 per cento donne, 50 per cento uomini. Per Francesca Comencini «nella crisi italiana la Rai deve recuperare il senso di servizio pubblico che è il rilancio di una sua funzione-guida».