Vittima della follia di una setta religiosa. Giovane madre incriminata di aver ucciso la figlia nel 2006
NEW YORK. Aveva lasciato morire di fame e di sete il figlio di 21 mesi perché non diceva ‘amen’ dopo i pasti. E’ successo a Baltimora nel 2006, ma solo ora Ria Ramkissoon, una giovane madre di 21 anni, P stata incriminata con l’accusa di omicidio di primo grado.
La tragedia si é consumata nel periodo in cui la donna apparteneva ad una setta religiosa conosciuta con il nome di One Mind Ministries. Ringraziare Dio dopo ogni pasto era uno dei precetti del gruppo, una regola fondamentale, ma difficile da rispettare per il piccolo Javon Thompson. Oltre alla ‘Principessa Maria’, nome usato dalla donna all’interno della setta, anche altri quattro membri sono stati accusati dell’omicidio del bambino. La madre di Ria Ramkissoon, che da anni ormai non aveva notizie della figlia, ha ricevuto una telefonata della ragazza dal carcere. “Sono sollevata nel sentire che anche gli altri assassini di mio nipote siano stati arrestati” ha detto la nonna della piccola vittima – “Anche mia figlia P una vittima della follia di quel gruppo religioso, non voleva veramente uccidere il suo bambino”.
Il giudice a cui è stato affidato il caso di Ria ha rinviato l’udienza per l’eventuale rilascio su cauzione, dopo aver saputo che l’imputata era stata in passato rinchiusa in due ospedali psichiatrici. Per i membri della setta Javon era un demone: i correligionari, tra cui il capo che usava lo pseudonimo di ‘Regina Antonietta’, avevano convinto la madre a negargli acqua e cibo, fino ad indurlo ad una morte lenta e straziante. Quando il bambino era ormai in fin di vita tutto il gruppo non aveva fatto altro che adagiare il corpicino sul pavimento e pregare giorno e notte intorno a lui, convinti che sarebbe risorto.