Brusca ripresa di Tokyo nel finale (+1,06%). In forte calo Londra, Parigi e Francoforte. Milano resiste al -2,2%, il premier francese fillon: «il 2009 potrebbe essere molto duro»
Alcune persone davanti ai monitor dellebanche che visualizzano l’andamento delle borse e dei titoli |
TOKYO – Anche oggi è stata intensa ma di breve durata l’ultima esplosione di euforia delle Borse, divampata dopo i precedenti drammatici crolli e dopo le nuove gigantesche misure di aiuto approntate da Eurozona e Stati Uniti. Le piazze europee accelerano al ribasso a circa un’ora dall’avvio delle contrattazioni in scia alla chiusura in rosso nella notte dei mercati a Wall Street (-0,80%) e in Asia (Hong Kong ha chiuso a -5%). L’indice che sintetizza l’andamento dei mercati del Vecchio Continente, Dj Stoxx 600, arretra dell’1,6% risentendo delle vendite scattate sui titoli che hanno maggiormente recuperato terreno nel corso delle ultime sedute. Tra questi gli automobilistici, le materie prime e i petroliferi.
LONDRA E PARIGI – La peggiore piazza finanziaria è quella londinese che sta registrando perdite del 3,5%, a Francoforte il Dax cede il 2,8%; a Parigi il Cac 40 cala del 3,2%; Amsterdam è a -4%. Contengono i ribassi Milano (-2,2%) e Madrid (-1,7%), mentre le previsioni sull’avvio di Wall Street indicano un’altra seduta col segno meno. Anche la Borsa di Mosca ha avuto una brusca frenata. L’indice Rts è stato sospeso per un’ora alle 13.05 ora locale (le 11.05 in Italia) dopo avere registrato un -5% rispetto alla chiusura di martedì. Pesanti a New York i futures, dopo che le vendite al dettaglio negli Usa hanno segnato a settembre un crollo dell’1,2%, peggio delle previsioni (-0,7%). Anche nel settore delle auto le vendite sono diminuite dello 0,6%, più del previsto -0,2%. Il contratto sul Dow Jones lascia sul terreno 177 punti base, a 9.185,0 punti, quello sul Nasdaq-100 cede 9,5 punti, a 1.356,5; il future sullo S&P 500 è in calo di venti punti base, a 982,3.
TIMORI RECESSIONE – Ad alimentare i timori di un’imminente frenata dell’andamento dell’economia è stata la presidente della Federal Bank di San Francisco, Janet Yellen, che ha dichiarato che «l’economia americana sembra essere in recessione». Secondo Yellen, una delle economiste più apprezzate e stimate degli Stati Uniti, nel terzo trimestre 2008 non vi è stata «alcuna crescita» dell’economia americana, e per il quarto trimestre i dati lasciano prevedere addirittura «una contrazione». «I recenti dati economici suggeriscono che nel terzo trimestre l’andamento dell’economia è stato più debole di quanto ci si attendesse, rivelando probabilmente che non vi è stata alcuna crescita – ha spiegato -. La crescita per il quarto trimestre sembra essere ancora più debole, con una contrazione molto probabile».
FILLON: «2009 PUÒ ESSERE DIFFICILE» – Un allarme arriva anche dal premier francese Francois Fillon, secondo cui la crisi finanziaria «non è alle nostre spalle». Il governo francese teme una battuta d’arresto della crescita francese nel 2009 con gravi conseguenze. «Per il momento si fanno previsioni che sono dell’ordine di una crescita dello 0,2%, cioè estremamente debole. È un blocco della crescita, con conseguenze per l’occupazione, l’attività economica e il potere d’acquisto – ha detto Fillon alla radio francese Rtl -. Se l’America entra in recessione, è una pessima notizia per noi in quanto ciò significa che i paesi sviluppati avranno un 2009 molto, molto difficile». Secondo il premier francese la situazione potrà stabilizzarsi «solo quando l’insieme della grandi economie si saranno messe attorno a un tavolo per discutere della rifondazione del sistema finanziario».
UNICREDIT TOCCA -4% – Unicredit di nuovo pesante in Piazza Affari, dove interrompe la serie positiva durata per due sedute consecutive. Il titolo di piazza Cordusio, peggiore del listino S&P/Mib (-1,7% a 23.075 punti), segna ora una flessione del 4% a 2,595 euro. Oltre a Unicredit, che guida i ribassi del settore bancario sul mercato milanese, perdono quota anche Intesa SanPaolo (-3,89%), Bpm (-3%) e il Banco Popolare (-1,68%). Controcorrente la collegata di quest’ultima, Banca Italease (+0,8%), che beneficia ancora dell’accordo siglato con i tedeschi di Dz Bank. Sul resto del listino si guarda a Mondadori (+9%), sospesa per gran parte della mattinata per eccesso di rialzo. Lo stesso vale per Seat Pagine Gialle, che dall’ammissione agli scambi sale del 9,2%, sulla spinta del mercato che specula su un’ipotesi di delisting del gruppo da Piazza Affari. Volatili Fiat (+0,32%), che oscilla intorno alla soglia degli 8 euro, e Telecom (+1%) che si avvicina a quota 1 euro, mentre campeggia il segno meno davanti al settore energia con Eni ed Enel che perdono entrambe 2 punti percentuali. In rialzo Cir (+1,1%) a un giorno dalla corsa innescata dal rinvio del riassetto delle attività della holding.
MUTUI E PETROLIO – Ancora in ribasso anche i tassi interbancari in euro. L’Euribor a tre mesi è sceso di 7 punti base al 5,17%, a una settimana è sceso al 4,10% dal 4,20% precedente. Giù il petrolio, che si attesta sotto la soglia dei 78 dollari al barile, e in Europa perdono quota i titoli del comparto.
TOKYO – Il giorno dopo il grande rimbalzo superiore al 14 per cento, anche a Tokyo si è riaffacciata l’incertezza sull’efficacia delle misure contro la crisi di credito. Ma il Nikkei ha saputo resistere alla volatilità di Wall Street, guadagnando in chiusura l’1,06% e girando bruscamente in positivo dopo una seduta altalenante (l’indice ha recuperato recupera rispetto al -1,44% registrato a metà seduta).
LE ALTRE PIAZZE – A differenza di Tokyo, le altre Borse asiatiche dimenticano il rialzo record messo a segno alla vigilia e tornano ad essere incerte a un giorno dall’ingresso del Governo Usa nel capitale di nove colossi bancari di Wall Street. A Hong Kong l’indice Hang Seng cede quasi il 5%, dopo che martedì aveva messo a segno un rialzo superiore ai 13 punti percentuali. Shanghai, prima piazza della Cina continentale, ha siglato gli scambi ripiegando dell’1,12%, Taiwan dello 0,86%, la sudcoreana Seoul è calata del 2%. Negativa anche l’indiana Bombay, che negli scambi pomeridiani cede il 5,61%. Unica eccezione Tokyo, dove il Nikkei 225 ha siglato la seduta in rialzo dell’1,06%.