Si sono finti poliziotti. Volevano farsi restituire dal nonno una partita di droga
La foto di Cole Puffinburger, il bambino rapito a Las Vegas, diffusa dalla polizia americana |
WASHINGTON – Sembra la trama di un film, ma è una storia vera. Cole Puffinburger, sei anni, è stato rapito mercoledì a Las Vegas (Nevada) da tre uomini armati che fingendosi poliziotti hanno fatto irruzione nella sua abitazione. Hanno immobilizzato la mamma del bimbo, il fidanzato e sono poi fuggiti portando via Cole. Il sequestro, secondo la polizia, è un’estrema forma di pressione nei confronti del nonno del piccolo, Clemons Tinnemeyer, 51 anni. Questi si sarebbe impossessato di una ingente partita di droga (valore tra gli 8 e i 22 miloni) di «proprietà» di un cartello messicano. I finti poliziotti altri non erano che emissari dei narcos inviati in missione oltre confine. L’Fbi ha subito dichiarato la «Amber Alert» inviando la foto di Cole a giornali e tv nella speranza che qualcuno possa averlo visto. Intanto venerdì, dopo frenetiche ricerche, gli agenti sono riusciti a localizzare Tinnemeyer che aveva fatto perdere le tracce e lo hanno arrestato. Il drammatico sequestro, che ha suscitato grande emozione, ha rappresentato la conferma di come i narcotrafficanti messicani abbiano esportato la loro guerra privata – costata migliaia di vittime – negli Stati Uniti. Nell’ultimo anno si sono infatti verificati omicidi e rapimenti ai danni di cittadini di origine messicana che vivevano nel sud della California e in Arizona.