Secondo la Suprema Corte viene alterata la certificazione delle presenze e si rompe il vincolo fiduciario
ROMA – Il dipendente che fa timbrare il cartellino d’ingresso al lavoro da un collega, va licenziato. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, secondo la quale in questo modo si altera la certificazione delle presenze e si rompe il vincolo fiduciario tra azienda e lavoratore.
CONFERMA – La Suprema Corte ha quindi confermato il licenziamento di un’impiegata di una casa di cura privata che era stato giudicato legittimo dalla Corte d’appello di Torino. La donna, però, si era rivolta alla Cassazione sottolineando che la società datrice di lavoro non avrebbe «subito un danno economico, che non vi sarebbe stata una lesione dei doveri di lealtà» e che poteva data una sanzione minore. Per i giudici della Cassazione, invece, la sentenza della corte di Torino «è logica e coerente».