Nel regno di Nazarbayev, che vuole dare alla capitale il suo nome. Città design e crescita boom: il Paese degli eccessi
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Il presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbayev |
Quelli di Mastercard, scrive il Financial Times, pensano di piazzarne 30 al mese. Da noi c’è chi fa la fila agli sportelli per mettere i soldi nel materasso. Da loro, invece, passano in cassa con la Diamond card. Forse vale la pena di seguire il consiglio di Silvio Berlusconi: «Sono passato in Kazakistan — ha detto qualche giorno fa ai commercianti — ed è una cosa incredibile, c’è uno sviluppo del 12 per cento. Andate lì a fare una vacanza». Per questo il Cavaliere si è beccato il tormentone di Radio radicale, che manda e rimanda le sue parole seguite da quelle di Borat: «Questa casa di me. Questo è il registra voce…» bofonchia il giornalista un po’ selvatico che al cinema ci ha fatto vedere un Kazakistan di baracche, capre spelacchiate e miseria. Nulla a che vedere con le meraviglie che Berlusconi ha raccontato in stile depliant: «Ho visto un’enorme diga a forma di fiore, bastava premere un tasto per illuminare tutta una città. Ho pensato di fare la stessa cosa in Sardegna».
Tra B & B, tra Borat e Berlusconi, ha ragione Berlusconi. Da dieci anni l’economia di questo Paese cresce a ritmi più che cinesi. E da granaio d’Europa è diventato petroliera del mondo, oltre 200 mila barili al giorno. Ma si sa, quando arriva tutta in una volta la ricchezza non è democratica. Negli ultimi tre anni l’importazione di champagne è aumentata del 1300 per cento, ma la bevanda più diffusa è ancora il latte fermentato d’asina. E simbolo di questa crescita scomposta è proprio la nuova capitale, Astana. La torre di 97 metri di Norman Foster, gli skilift in periferia, i viali alberati in stile parigino: 20 miliardi di euro per tirare su una specie di Dubai nel bel mezzo della steppa. Poi non se n’è fatto nulla ma quest’anno doveva cambiare nome e diventare Nursultan, dal nome di battesimo del presidente- padrone Nazarbayev. «Un mio amico — dice sempre Berlusconi — ha il 91% dei voti, e ha fatto cose straordinarie ». Tra le cose straordinarie: trasformare il suo incarico a vita, sciogliere la Corte costituzionale, attribuirsi il potere di nomina di giudici e sindaci, far piazzare numerose statue di sé medesimo, e trasformare in reato le critiche della stampa. Rischio teorico, perché a controllare metà dell’informazione kazaka è la figlia Dariga. Ecco, semmai il pericolo per questo ex metalmeccanico già al potere ai tempi dell’Urss, arriva proprio dalla famiglia.
A fargli le scarpe ci ha provato il genero Rakhat Aliyev che per punizione è stato spedito a fare l’ambasciatore a Vienna. E, visto che insisteva, è stato anche accusato di due omicidi (ricordate chi nomina i giudici?). Ricchi di petrolio, poveri di democrazia e pure tormentati da una dynasty del Caucaso. Oltre al potere, dicono che la vera passione del presidente- padrone siano le canzoni dell’italiano vero, Toto Cotugno. Non resta che consolarci così. Anzi, già che ci siamo: l’anno scorso è arrivata a Milano Ljuba Maliakova, miss Kazakistan. Mano nella mano con Valerio Merola, l’italico merolone. Altro che Diamond card.