Il gruppo è attivo a Torre Annunziata dalla fine degli anni ’70. Emesse 88 ordinanze di custodia cautelare in carcere a Napoli e in altre regioni. Sequestrati beni per 80 milioni
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Uno dei fermati |
NAPOLI – Maxi-operazione contro la camorra: eseguite 73 ordinanze di custodia cautelare in carcere delle 88 emesse dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, contro esponenti del clan Gionta attivi a Napoli e provincia e in altre regioni. Il clan è attivo a Torre Annunziata dalla fine degli anni ’70. Le accuse vanno dall’associazione per delinquere di stampo camorristico, all’omicidio, estorsione, traffico di stupefacenti e altri reati. L’operazione è condotta dalla polizia di Napoli, in collaborazione con le squadre mobili di Milano, Catania e Pistoia e con la collaborazione dei reparti prevenzione crimine. Sono stati sequestrati beni mobili e immobili, quote societarie e conti correnti per un valore complessivo di circa 80 milioni di euro.
IL RUOLO DELLE DONNE – Tra gli arrestati c’è la moglie del capoclan, Valentino Gionta, attualmente detenuto. Anche altre donne avevano un ruolo fondamentale all’interno del clan di Torre Annunziata. «È un’operazione che forse passerà alla storia proprio perché è stato arrestato un nutrito numero di donne, più di dieci, che gestivano le decisioni importanti e la gestione della organizzazione delle attività illecite» ha detto il capo della squadra mobile di Napoli Vittorio Pisani, aggiungendo che l’operazione ha fatto emergere un caso di «doppio pizzo». «A Torre Annunziata ci sono il clan Gallo e il clan Gionta – ha spiegato -. C’è stato qualche commerciante che si è trovato vittima di estorsione dell’uno e dell’altro. Fortunatamente, in questo caso, è venuto a denunciarlo».