La serie partita dalla Gialappa’s è una moda anche on line e approda al cinema. Diventerà un film «Sensualità a Corte», la mini-fiction dalla comicità surreale di C. Maffioletti
Marcello Cesena nei panni di Jean Claude strozzato dalla madre |
La serie, in cui regna l’assurdo, è riuscita da subito ad accaparrarsi una vastissima schiera di adepti e per rendersene conto basta fare un giro su Internet: fanclub, video di tutte le puntate, gallerie dei vari personaggi si sprecano. Non solo. I dialoghi surreali tra Jean Claude e la madre sono diventati un tormentone del linguaggio, soprattutto giovanile: l’esclamazione «Ooh, madre!» (detta però inspiegabilmente con accento siciliano) è una sorta di parola d’ordine tra gli adepti. E adesso — poteva essere diversamente? — Sensualità a Corte sta per diventare anche un film; regista, ovviamente, lo stesso Cesena, reduce tra l’altro dall’aver diretto Aldo Giovanni e Giacomo nella pellicola attesa per Natale, Il Cosmo sul comò. «Ne sono felice e anche un po’ sorpreso — racconta lui —. All’inizio le maggiori perplessità erano le mie perché non volevo che il film si basasse solo sulla popolarità del personaggio». Da qui la necessità di concentrarsi su una sceneggiatura strutturata e convincente: «La scrittura di un film su Jean Claude non è cosa facile anche perché il racconto per la prima volta si trova a dover essere svincolato dagli stretti tempi televisivi». E senza i commenti della Gialappa’s, che certo aiutano… «Certo. Anche se pure loro all’inizio erano perplessi all’idea della miniserie. In fondo si trattava di un progetto molto diverso rispetto ai precedenti ma, fortunatamente, nel giro di due messe in onda è scattato tutto».
Oggi il sito della serie è frequentatissimo e su YouTube, ci sono migliaia di filmati su Jean Claude. Com’è nata l’idea del personaggio? «Dopo due anni di lavoro in tv mi sembrava servisse qualcosa di visivamente diverso. Era il periodo di Elisa di Rivombrosa e io continuavo a pensare che sarebbe bastato un grammo in più di assurdo e il tutto avrebbe assunto un effetto devastante. All’inizio la protagonista doveva essere una ragazza, poi ho preferito concepire un «pulzello», simpatico ma totalmente cretino, romanticamente sempre innamorato di qualcuno di irraggiungibile, come Batman, Robin Hood, Diabolik… A Jean Claude non ne va bene una e ha pure una madre cattiva che lo vuole dare in moglie — non è un refuso, Cesena dice proprio così: “in moglie” — a una donna che non ama». A incrementare l’effetto comico, le caricaturali cantilene dei personaggi. «Non finisco di sorprendermi: l’altro giorno ero sul bus a Milano e ho sentito un gruppo di ragazzi parlare come Jean Claude. Mi sento responsabilizzato».
Il fenomeno non si esaurisce tra gli adolescenti ma conta fan insospettabili: «Sì, il contagio è trasversale. Me ne sono accorto durante il tour che abbiamo fatto nelle scuole: le aule erano piene di allievi e di prof. Ancora più anomalo: nessuno sbadigliava». E nel film, cosa racconterà? «Sarà una sorta di prequel: si vedrà la madre partorire i due gemelli (perché Jean Claude ha anche un gemello, Jean François) di cui poi si sbarazza per continuare a professarsi 16enne. Verrà fatto un excursus su tutti i personaggi e ne verrà introdotto uno nuovo: il padre, che sarà molto speciale. Inoltre, anche nel film cercherò di mantenere l’immagine bidimensionale di Jean Claude che lo fa sembrare un cartoon e che permette in un attimo di passare dal K2 al mare per poi tornare sulle Alpi. Sarà un lavoro ricco di effetti ancora più eclatanti e in cui immagino delle guest star». Sperando che, almeno al cinema, il povero Jean Claude — gay o non gay — possa gustarsi un lieto fine.