Polemica in Inghilterra. L’uomo deve scontare 7 anni
MILANO – Poteva ballare come Ronaldinho, il brasiliano che trasforma in samba tutto ciò che tocca. Poteva togliersi la maglia come quel vanesio di Beckham, per mandare in diretta tv gli occhi blu e i pettorali. Poteva persino improvvisare la «mitragliata» che divenne (non senza qualche polemica) la cifra stilistica dell’esultanza di Batistuta. Invece David Norris, il centrocampista che si pentì di aver segnato subito dopo aver fatto gol, ha mostrato all’Inghilterra i polsi imprigionati dalle manette, riuscendo a farsi teneramente amare, e poi ferocemente odiare, nello spazio di un giro di campo. La rete che è valsa all’Ipswich Town l’ottavo posto nella classifica della First Division, la serie B inglese, è stata anche quella che gli ha cambiato la vita. Perché l’esultanza più sbagliata del mondo era un messaggio per Luke McCormick, l’ex portiere del Plymouth che tornando ubriaco dal matrimonio di Norris (dov’era testimone) il 7 giugno scorso provocò un incidente nel quale persero la vita due bambini, Arron e Ben, 10 e 8 anni. Correva ben oltre il limite di velocità, su quella strada dello Staffordshire, e aveva troppo alcol nel sangue. Sette anni di prigione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e dal calcio. Ecco perché, dopo il primo gol della stagione, il centrocampista di Ipswich era autorizzato a fare tutto. Tranne il gesto delle manette. L’Inghilterra, che prende il calcio più seriamente della monarchia, è insorta a onde concentriche. Prima gli ottomila spettatori dello stadio di Blackpool, dove il Town domenica giocava in trasferta. Poi i genitori di Arron e Ben, Amanda e Phil Peak, che era al volante della Toyota travolta dalla Range Rover di McCormick e indossa ancora un collare: «Siamo disgustati. Quel gesto di solidarietà mostrato in campo da Norris è un insulto alla memoria dei nostri bambini. L’ha fatto di fronte a migliaia di spettatori, inclusi molti minorenni, avallando il messaggio che bere, guidare e poi uccidere qualcuno è okay. Spero che il suo club lo squalifichi a lungo».
L’Ipswich ha multato Norris per una somma imprecisata e l’ha costretto a scrivere una lettera di scuse alla famiglia Peak(«Era un messaggio privato per il mio amico Luke, che ha commesso un errore madornale e lo sta pagando, ma poiché sono stato male interpretato chiedo perdono a coloro a cui ho recato offesa»), imbarazzato e stravolto per l’eco nazionale presa dall’episodio, uscito dall’angusto perimetro della First Division come un cross pennellato ad arte. La Football Association ha messo David Norris sotto inchiesta, minacciandolo di più gravi sanzioni in caso di recidività: nella Premier League, la serie A inglese, è ancora vivo il caso di Tim Cahill, australiano dell’Everton che nel 2007 si esibì nella squallida esultanza delle manette per affetto nei confronti del fratello galeotto. Ipswich è sotto choc. Era la squadra simpatia che negli anni Ottanta aveva prestato le comparse a Michael Caine e Sylvester Stallone in «Fuga per la vittoria». È diventata la casa del centrocampista con i piedi maledettamente buoni.