Secondo la tesi accusatoria, si è trattato di un palese errore medico. Un 49enne di Valsolda, sposato, in un banale intervento di ernia del disco ha riportato la lesione dei nervi
COMO – Doveva essere un banale intervento chirurgico per l’asportazione dell’ernia al disco. Ma il paziente, di 49 anni, dopo l’operazione è diventato impotente. Non solo: ha perso anche il controllo della minzione, con immaginabili conseguenze sul piano non solo fisico ma anche esistenziale e psicologico. E ora si è messo nelle mani degli avvocati: chiede 800 mila euro come risarcimento danni. La vicenda coinvolge un residente a Valsolda (Como), sposato, che tempo fa si era sottoposto all’operazione riportando la sospetta lesione dei nervi che presiedono l’erezione e la minzione. Secondo la tesi accusatoria, si è trattato di un palese errore medico.
LA PERIZIA – Gli esperti Carlo Barnabei e Fabrizio Finzi di Milano hanno depositato oggi una perizia tecnica disposta dal giudice civile di Menaggio, sostenendo che «non vi è dubbio sull’esistenza di un errore nell’operato medico». I due esperti, infatti, ritengono che «allo stato in cui versa il soggetto esaminato, si debba pervenire dalla erronea condotta dell’operante che ha determinato un grave pregiudizio dell’integrità psico-fisica tale da portare a una menomazione permanente della persona». Un giudizio, tuttavia, che si limita alle lesioni alla vescica, mentre i due esperti non si sono pronunciati su un eventuale nesso di causalità tra l’intervento e l’impotenza. La vicenda, nel suo complesso, sarà ridiscussa il prossimo 16 febbraio. Tra i citati in giudizio l’ospedale «Moriggia Pelascini» di Gravedona e la «Italia Hospital» che gestisce la struttura ospedaliera altolariana.
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