Il caso ad Agraria. Dal sogno del dottorato al lavoro nei campi. L’accusa: ha vinto il figlio del prof usando i lavori di papà
PALERMO — Da laureato voleva fare il ricercatore, puntando poi al concorso per associato, ma ogni volta veniva superato dal figlio del professore, dal coetaneo «eccellente» che adesso accusa di avere copiato i lavori inseriti nel curriculum. Con tanto di denuncia alla magistratura. E processo già incardinato dalla procura della Repubblica per il 26 marzo 2009. Perché Francesco Ferrotti, 36 anni e due figli, dopo cinque anni di carriera universitaria da precario ad Agraria, ha sbattuto la porta in faccia al cattedratico e al figlio, mollando l’insegnamento per andare in campagna, nelle terre del padre, fra Palermo e Monreale, dove fa l’agricoltore con 110 e lode. Sembrerebbe una delle tante piccole grandi storie dell’odiosa e diffusa parentopoli, ma stavolta il caso è finito in tribunale.
Francesco Ferrotti 36 anni e due figli, ha abbandonato la carriera universitaria da precario per andare a lavorare in campagna, fra Palermo e Monreale. Ora fa l’agricoltore (sopra, sul trattore) con una laurea da 110 e lode |
Acconsentii. Ingenuo. Senza la forza di chiedere cos’era quell’andazzo. Anni dopo verifico e scopro che il saggio non è nemmeno originale, ma copiato da quello di quattro ricercatori di Pisa, Riccardo Pini, Michele Raffaelli, Alessandro Barbini e Andrea Peruzzi…». Sorprendente il confronto fra i due testi. Stesso incipit, stessi capoversi, solo i titoli diversi. E Ferrotti chiama i quattro, invocando: «Denunciate, denunciateci». Senza ottenere risposta. Poi contatta la società editrice che aveva pubblicato gli atti. «Rivelo tutto e non succede niente ». Stessa cosa con la Società italiana di agronomia che aveva organizzato il convegno raccogliendo gli atti. «Nulla. Tutti muti. Mi sono dovuto autodenunciare per fare emergere l’imbroglio». È tempo di avvocati per Mauro Sarno che al secondo piano di Agraria, nell’ufficio di fronte a quello del padre, evita ogni commento lasciando la parola all’avvocato Alessandro Campo: «Affermiamo l’assenza di responsabilità penale. Altrimenti avremmo chiesto il patteggiamento. Sarà il giudice a stabilire». Magra soddisfazione per Riccardo Sarno, il cattedratico che aveva sperato di sistemare senza clamori il ragazzo con l’escamotage di Reggio Calabria. Come spesso succede, figli e nipoti si presentano in altra sede, conquistano il titolo di «idonei» e poi vengono chiamati dalla facoltà di partenza. «Tutto legittimo», giura Sarno padre, una furia contro Ferrotti: «Ci vuole male. Ma capisco che qualsiasi cosa dica lo sputtanamento è assicurato. La verità è che voleva costringermi a favorirlo. E adesso consuma la sua vendetta».