Su internet l’autodenuncia di un candidato. Magistratura Democratica chiede l’apertura di una pratica del Csm sulle innumerevoli irregolarità
Le lunghe code al concorso |
LA CONFESSIONE – Adesso spunta anche un reo-confesso (che la magistratura dovrà verificare verificare). «Durante la prova un po’ per la delusione e la rabbia accumulate nelle ore precedenti, un po’ per il sospetto che anche da altre parti della Fiera fossero saltate tutte le regole del gioco e che anche altri potessero fruire indisturbati di materiale vietato, un po’ per la sensazione che comunque le prove scritte del concorso sarebbero poi state annullate, ho chiesto al mio vicino di poter consultare anch’io il suo codice annotato, regolarmente timbrato, e il mio vicino, con la massima nonchalance… me lo ha passato per due volte. E la stessa cortesia ha fatto alla ragazza che mi stava davanti».
SUL WEB – Sui forum dedicati alla magistratura si è levato lo sdegno dei concorrenti: «Un ragazzo racconta come ha elaborato la traccia di amministrativo: grazie ad un codice di Caringella che gli hanno prestato!!! Capito come si diventa magistrati?».
MD CHIEDE FASCICOLO A CSM – Ma la protesta sconfina dal web. Per prima hanno protestato i consiglieri togati del Movimento per la giustizia. Ora anche quelli di Magistratura Democratica chiedono l’apertura di una pratica del Csm sulle innumerevoli irregolarità. E questo perché siano assunte «iniziative in difesa del prestigio e della credibilità della magistratura». «Apprendiamo da notizie di stampa che il primo giorno di prove scritte del concorso in magistratura sarebbe stato caratterizzato da innumerevoli irregolarità relativamente al materiale che i candidati avevano comunque potuto avere a loro disposizione e accompagnato da numerose proteste», scrivono Livio Pepino, Fiorella Pilato, Ezia Maccora ed Elisabetta Cesqui al Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli. Di qui la richiesta di apertura di un fascicolo da parte della Nona Commissione di Palazzo dei Marescialli: obiettivo dell’indagine è «avere cognizione oggettiva dello svolgimento delle prove concorsuali e assumere le opportune iniziative in difesa del prestigio e credibilità della magistratura la cui prima garanzia è riposta nell’assoluta affidabilità della procedura di selezione».