Rubati due escavatori a Siracusa nel cantiere edile di Andrea Vecchio, presidente dell’Ance di Catania, è sotto protezione per aver fatto arrestare gli estorsori del clan Santapaola
SIRACUSA – «Non so che fare: se chiudere il cantiere e licenziare i 45 dipendenti che ci lavorano o fare arrivare altri due escavatori e munire gli operai di armi». È «svuotato» dall’ultimo furto subito, il quinto in poco più di un mese, l’imprenditore antiracket Andrea Vecchio, che pensa anche di «andare via e lasciare perdere tutto».
«LE ISTITUZIONI INTERVENGANO» – La notte scorsa due escavatori sono stati rubati nel cantiere di Vecchio, impegnato nella realizzazione della parte strutturale dell’illuminazione sulla strada Cassabile-Rosolini. Secondo l’imprenditore antiracket (presidente dell’Ance di Catania), che è sotto protezione dopo avere denunciato e fatto arrestare gli estorsori legati al clan Santapaola che gli avevano chiesto il pizzo per un suo cantiere a Catania, i furti subiti a Siracusa potrebbero non essere collegati alla criminalità organizzata. Anche se il manager non esclude che i furti siano comunque un modo per «infastidirlo». «Sapendo che non mi possono chiedere soldi perché non ne avrebbero – ammette Vecchio – potrebbero avere deciso di darmi fastidio così. Io non mi fermo ma le istituzioni devono intervenire per fermare questi furti che procurano danni per milioni di euro».
«INDECISO» – Appena uscito dall’incontro con il prefetto di Siracusa, che sulla vicenda ha convocato un comitato provinciale per l’ordine alla sicurezza, Vecchio dice di essere «sconfortato e fortemente indeciso». «Vivo uno stato d’animo contrastato – afferma – e non so veramente che fare: cento pensieri mi passano in testa. Aspetto di andare alla riunione in prefettura e poi decideremo a mente serena su che cosa fare».