Alla casa automobilistica torinese il 35% di quella americana. John Elkann: potremo anche salire, le aziende sfrutteranno le rispettive reti di distribuzione. Titolo ai minimi
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L’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne |
MILANO – La Fiat acquista il 35 per cento di Chrysler. È stato firmato il preliminare d’accordo che prevede l’ingresso del gruppo italiano nel capitale della Casa Usa. Fiat, Chrysler e Cerberus capital management (che detiene l’80,1% del capitale di Chrysler) hanno annunciato la conclusione di un accordo preliminare non vincolante per stabilire un’alleanza strategica globale. L’alleanza prevede anche, tra l’altro, che i due gruppi sfruttino le rispettive reti di distribuzione.
NIENTE SOLDI DA TORINO – Fiat riceverà una quota iniziale in Chrysler del 35% in base all’alleanza con la Casa americana, che non contempla per Fiat alcun investimento in contante in Chrysler né un impegno a finanziare Detroit in futuro. Il vicepresidente della Fiat John Elkann ha poi chiarito che Fiat potrebbe però salire in futuro oltre la quota del 35%: l’accordo con Chrysler «è buono, ci sono tante cose in divenire e possiamo salire». Per l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, «l’iniziativa rappresenta una pietra miliare nello scenario in rapido cambiamento del settore e conferma l’impegno e la determinazione di Fiat e Chrysler nel continuare a giocare un ruolo significativo nel processo globale».
ALTALENA IN BORSA – Il titolo Fiat ha vissuto una giornata sulle montagne russe in Borsa: in mattinata è stato anche sospeso per eccesso di rialzo; tornato in negoziazione, ha fatto segnare un balzo del 5,58%, per poi però chiudere in calo dell’1,34%, a 4,42 euro: la peggiore chiusura di sempre per il titolo del Lingotto. Il gruppo aveva aggiornato lunedì pomeriggio, a un’ora circa dalla chiusura delle contrattazioni, i minimi storici toccando i 4,35 euro, per poi chiudere a 4,48. Piazza Affari ha ceduto l’1,21% nel Mibtel, e l’1,87% nell’S&P/Mib.
CHRYSLER – La Chrysler ovviamente conferma la presenza di un accordo preliminare non vincolante con Fiat che sarà completato, dopo essere stato sottoposto alle previste approvazioni, entro il mese di aprile. L’accordo prevede che il gruppo torinese abbia accesso alle piattaforme di prodotto e alle fabbriche della Chrysler in Nord America e che la Casa Usa assisterà Fiat nello sbarco della 500 e del marchio Alfa Romeo sul mercato americano. Con questo accordo – fanno sapere fonti interne a Chrysler – la Casa americana avrà inoltre accesso alle piattaforme di prodotto Fiat e sarà supportata dalla casa torinese nella distribuzione in importanti mercati esteri dove Fiat è presente. Inoltre, Fiat darà il proprio supporto a Chrysler nell’ambito del Viability Plan con il ministero del Tesoro americano.
MONTEZEMOLO: ACCORDO IMPORTANTE – L’accordo con Chrysler è «molto importante e utile» lo ha affermato il presidente del gruppo Luca di Montezemolo. «Dal punto di vista della Fiat – ha detto – significa poter vendere tecnologie constate grandi investimenti e accedere a mercati con grande potenziale per noi, riportandovi marchi come l’Alfa Romeo e la Fiat 500». Secondo Montezemolo questo accordo non preclude il dialogo con altre case automobilistiche europee: «Dialoghiamo con tutti – precisa – in Formula 1 anche con Renault, non c’è dialogo con qualcuno di preciso, sono uscite troppe voci non vere».
STRATEGIA – Secondo le stime del Wall Street Journal i risparmi derivanti dall’alleanza sarebbero compresi in una forchetta fra i 3 e i 4 miliardi di dollari. Chrysler ha in nord America 14 impianti di assemblaggio. L’accordo migliorerà – sempre per il Wall Street Journal – l’immagine della Chrysler agli occhi del Governo americano, che ha acconsentito a un prestito da 4 miliardi di dollari per il costruttore in difficoltà. Sia per Fiat sia per Chrysler l’allenza è «una mossa difensiva per la sopravvivenza di lungo termine», prosegue il quotidiano, sottolineando come «Chrysler e Fiat sono simili e, in qualche modo, complementari. Chrysler opera prevalentemente in Nord America e i tre quarti delle sue vendite sono legati a camion, minivan e sport utility-vehicle. Fiat è specializzata in auto piccole e medie. Ambedue le società beneficerebbero di un maggiore volume di vendite globale».
I CONTI – Nonostante l’ultimo periodo dell’anno molto negativo per il settore, secondo gli analisti finanziari Fiat tiene: l’esercizio dovrebbe chiudersi con un risultato della gestione ordinaria di 3,27 miliardi (3,23 nel 2007) e un utile netto di 1,76 miliardi a fronte di 2,05 dell’anno precedente. Per Fiat Group Automobiles gli analisti stimano un risultato della gestione ordinaria di 680 milioni nel 2008 (803 nel 2007) e di 40 milioni nel quarto trimestre (233). Per il 2009 è previsto un risultato della gestione ordinaria del gruppo di 1,37 miliardi con utile netto a 490 milioni. Dovrebbe crescere l’indebitamento netto industriale, negativo per 4,07 miliardi. Per l’auto la previsione è di un risultato della gestione ordinaria 2009 in rosso per 30 milioni, stimato positivo invece sia per Cnh sia per Iveco rispettivamente a 830 e 350 milioni. Nel 2010, infine, gli analisti prevedono per il gruppo Fiat un risultato della gestione ordinaria pari a 1,98 miliardi con un utile netto di 890 milioni e un indebitamento netto industriale in miglioramento anche se negativo per 3,76 miliardi. «Se si ritornerà alla normalità entro fine 2009, il gruppo Fiat confermerà gli obiettivi 2010», ha detto l’amministratore delegato Sergio Marchionne a un seminario in Svizzera, dove aveva anche parlato del ruolo fondamentale della produzione di auto low cost e della necessità di accelerare nuove alleanze. Nel progetto di lanciare entro il 2010 un nuovo marchio globale low cost potrebbe giocare un ruolo chiave l’India, ha dichiarato a un giornale locale Silverio Bonfiglioli, chief operating officer di Fiat Group Automobiles International.
TREMONTI – L’intesa raggiunta tra Fiat e Chrysler è «una notizia positiva, costruttiva. Vuol dire che qualcuno si aiuta da solo» ha dichiarato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. «Un accordo importante, segno di vitalità, da italiano mi sembra istintivamente una buona notizia», ha aggiunto Tremonti.