MONTEZEMOLO: «LA SITUAZIONE È MOLTO DIFFICILE. INTERVENIRE RAPIDAMENTE». Marcegaglia: sostegni e incentivi. Gli industriali chiedono al governo l’avvio di opere pubbliche subito cantierabili
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Emma Marcegaglia |
MILANO – Le previsioni di Confindustria per il 2009 non sono rosee. Anzi sono pesanti. Trecentomila posti di lavoro a rischio nel settore auto, duecentocinquantamila nelle costruzioni. Intervenendo al vertice sulla crisi dell’industria automobilistica convocato dal governo, la presidente Emma Marcegaglia ha parlato di un calo degli ordinativi del 60% previsto nel primo trimestre dell’anno che, in una filiera che conta 1 milione di addetti, rischia di portare a un taglio degli occupati, compresi quelli dell’indotto, di 300mila unità (di cui 60mila alla Fiat, come annunciato dall’ad Sergio Marchionne). La richiesta degli industriali è continuare il confronto su due tavoli: uno sui sostegni al settore e l’altro sugli ecoincentivi per la rottamazione.
MONTEZEMOLO – La situazione dell’industria automobilistica è «molto, molto, difficile in Italia» e «le prospettive per il futuro non sono certo rosee» ha confermato il presidente dellai Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, sottolineando che l’incontro tenuto martedì con Palazzo Chigi è stato «molto costruttivo e utile». È stato espresso «apprezzamento per l’attenzione che il governo ha dato su questa situazione molto difficile in Italia» ed è stato «utile a informare il governo sull’attuale situazione e sulle prospettive che a livello italiano non sono certo rosee». Il gruppo di Torino ha presentato «una serie di cifre e di dati sulla situazione del comparto automobilistico: di Fiat e di tutto l’indotto, che hanno un rapporto minimo di uno a cinque dal punto di vista dei dipendenti». Ricordando che «l’Italia ha un parco auto e veicoli commerciali leggeri tra i più inquinanti in Europa», Montezemolo ha sottolineato che è stata espressa al governo l’esigenza di «decisioni chiare e rapide, perché questo stato di indecisione è molto dannoso per il mercato».
COSTRUZIONI – Il timore per le conseguenze della crisi investe anche altri campi, come quello delle costruzioni e dell’impiantistica, in cui Confindustria prevede «250mila posti di lavoro a rischio nei prossimi sei mesi, a partire dagli operai». Le organizzazioni del settore chiedono al governo di aprire un confronto sulle infrastrutture per mettere a punto insieme un «piano straordinario di rilancio», che intendono presentare al ministro Altero Matteoli.
OPERE PUBBLICHE – Come «misura di emergenza», indica il vicepresidente di Confindustria per il settore Cesare Trevisani, le imprese del settore chiedono l’avvio in tempi strettissimi delle opere immediatamente cantierabili. Un pacchetto di interventi che richiede 7-8 miliardi di spesa pubblica, pari allo 0,5% del prodotto interno lordo, per aprire subito 167 cantieri (al 30-35% grandi opere, per il resto medio-piccole). Ogni miliardo di spesa pubblica – è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa – può salvare 23mila posti di lavoro. Poi serviranno «misure strutturali» per rilanciare il settore anche come «leva contro la crisi». Lo chiede tutto il «sistema associativo di Confindustria impegnato nella filiera», con le associazioni di settore Ance (costruttori edili), Agi (associazione imprese generali), Oice (organizzazioni di ingegneria e architettura), e Federprogetti (impiantistica).