La casa automobilistica, le cui vendite sono generate per oltre l’80% all’estero, ha annunciato che si aspetta di chiudere l’esercizio 2008-2009 con una perdita netta di 60 miliardi di yen (500 milioni di euro), per la prima volta in tre anni, come evoluzione di un rosso di gruppo di 4,76 miliardi di yen nel periodo aprile-dicembre 2008. A causa del rallentamento della vendita di auto e del rafforzamento dello yen sulle principali valute, il target delle vendite attese è in calo del 15%, a 1.05 milioni di vetture, al 31 marzo prossimo, alla chiusura dell’esercizio fiscale. Con l’abbandono della Mitsubishi, il mondo dei rally perde il terzo marchio del Sol Levante in poche settimane: a metà dicembre era arrivato l’annuncio del ritiro della Fuji Heavy Industries, la casa che produce la Subaru (vincitrice di tre titoli costruttori e di altrettanti titoli nel campionati piloti in 19 anni), sempre a causa della crisi internazionale dell’auto ed economica. Pochi giorni prima era stata la Suzuki a prendere la stessa decisione dopo un solo anno di gare. Difficili, del resto, soluzioni alternative. Soltanto a gennaio, le immatricolazioni di nuovi veicoli in Giappone hanno toccato il loro livello più basso in 41 anni, quanto al mese, e l’export non va meglio, scontando la recessione che colpisce gli Stati Uniti e l’Europa.