La scoperta di Alfredo Castelli. Decine di tavole ritrovate 40 anni dopo che il disegnatore le aveva create
Una tavola di Hugo Pratt |
MILANO – Questa storia a Hugo Pratt sarebbe piaciuta moltissimo. È la storia di un tesoro ritrovato. Appartengono proprio all’autore dei fumetti di Corto Maltese, scomparso nel 1995, decine di tavole ritrovate quarant’anni dopo da quando le disegnò: si tratta di due avventure dedicate nel 1971 a Sandokan, il personaggio di Emilio Salgari, su testi di Mino Milani. «Le avevano preparate per il Corriere dei Piccoli, ma Pratt non le terminò, e fu deciso di non pubblicare nulla». A parlare è Alfredo Castelli, autore anche lui (Martin Mystère, Gli Aristocratici) e studioso dei comics. Castelli ha ritrovato le tavole circa un anno fa, dopo una lunga ricerca, e le ha procurate alla società Cong SA, che detiene i diritti sull’opera di Hugo Pratt: a maggio il materiale diventerà un libro edito per l’Italia dalla Rizzoli Lizard.
DUE STORIE INCOMPLETE – Ecco allora il Sandokan prattiano. La tavola che vedete,sotto, la prima delle «Tigri di Mompracem». Il mare, le palme, le ombre nerissime, dense di Pratt. Alla terza vignetta compare Sandokan. «Un giovanotto malese, senza il barbone e lo sguardo corrucciato che si vedono di solito», nota l’autore della sceneggiatura, Mino Milani. Oltre alle «Tigri» c’è «La riconquista di Mompracem»: due racconti incompleti. Tanto bastò, all’epoca, per accantonare la cosa. «Non si potè aspettare – continua Castelli -: si trattava di un settimanale, c’era un continuo bisogno di materiale. Hugo dilazionava la consegna, finché le storie rimasero incomplete». Castelli vide le tavole nella redazione di via Scarsellini. La storia del ritrovamento, però, la riserva alla prefazione che sta scrivendo proprio per il volume da pubblicare. «Sessantaquattro tavole in tutto, cinquantasei più otto, ma in edicola sarebbero state trentadue . precisa Castelli -. Pratt disegnava su fogli preparati, che ospitavano due strisce ciascuna, con una o più vignette, ma per una pagina del giornale occorrevano quattro strisce».
AMICIZIA PROFONDA – Milani con Pratt ricorda un’amicizia vera: «Ci conoscevamo dal ’62, avevamo un reciproco rispetto». Un contegno da gentiluomini di fortuna, avrebbe detto Pratt. «Per dire, le barzellette sporche non ce le raccontavamo!». Castelli ricorda le mangiate assieme: «Con Bonelli si andava alla Scaletta, in Porta Genova, a Milano, o in via Marghera, da Armando. Ogni tanto Hugo chiedeva: “Ma chi è che ha le tavole di Sandokan?”». Un mistero che verrà presto svelato.
SANDOKAN IN POLTRONA – Intanto rivivono nel tratto di Pratt gli eroi che Salgari inventò oltre un secolo fa. «Uomini coraggiosi fino alla pazzia che a un qualunque segno di Sandokan non esiterebbero a saccheggiare il sepolcro di Maometto». Erano queste «Le tigri di Mompracem» nella prosa fantasiosa dello scrittore veronese: pirati che lottano contro la potenza britannica, e che hanno il rifugio sull’isolotto di Mompracem. Nel romanzo Sandokan si innamora di lady Marianna Guillonk, la Perla di Labuan, figlia di un lord inglese e di un’italiana. Poi ci sono Yanez, l’amico portoghese di Sandokan, e il nemico per antonomasia, James Brooke, il Rajah Bianco, rappresentante della Compagnia delle Indie. E nella tavola di apertura delle «Tigri» Sandokan sorride sornione seduto su una poltrona di vimini. «Pare quella di Corto Maltese», osserva Castelli. Ed è proprio vero.