L’esattoria comunale di Milano chiede di versare la Tarsu e l’Ici. I parenti: è assurdo. Gli uffici: anche nati del 1800, è scomparso due anni prima dell’introduzione del codice alfanumerico di 16 caratteri
MILANO – L’esattoria comunale con tono perentorio lo convoca agli uffici del Catasto in via Catone, perché da anni risulta non versare né Tarsu né Ici. Ma l’evasore è morto da trentotto anni. I parenti s’interrogano: un errore? Così non pare, perché l’amministrazione, puntigliosa, si è premurata anche di attribuirgli un codice fiscale che il morto non aveva: L.F., infatti, è scomparso due anni prima dell’introduzione del codice alfanumerico di 16 caratteri, utile per l’identificazione ai fini fiscali dei cittadini. I parenti dell’evasore si rivolgono telefonicamente agli uffici e qui lo stupore per l’eventuale errore diventa ilarità.
«Si sono giustificati sostenendo di aver chiesto le tasse anche a milanesi nati nel 1800». Il compito di chiarire il qui pro quo è stato allora affidato al commercialista di fiducia, che è tornato alla carica: «La persona che cercate è deceduta dal 1971». E gli uffici: «A noi non risulta». Facendo poi seguire l’invito perentorio all’evasore a presentarsi martedì prossimo, 3 marzo, per discutere la questione. Alla presenza di un funzionario comunale e di un responsabile di Equitalia, concessionaria della riscossione tributi, al Servizio Polo Catastale di via Catone 24. «Insistono nel convocare un morto? Bene. Lo attendano — dice il genero del defunto —. Questa vicenda ha del paradossale, per chiarirla era sufficiente una telefonata e una verifica al terminale. Quando ho aperto la lettera indirizzata al suocero che non ho mai conosciuto e oggi avrebbe 83 anni, e che è morto quando mia moglie ne aveva 16, ho veramente pensato a uno scherzo».
Il mancato versamento della tassa per la spazzatura e dell’imposta comunale sugli immobili sarebbe relativo al 2003-2008. Una dirigente del settore Servizi civici azzarda: «Può essersi trattato di un caso di omonimia». Curioso che, però, nell’era della telematica non sia stato possibile «incrociare i dati e verificare che in quell’abitazione, dove fino al 1971 ha abitato mio suocero — spiega il genero —, è rimasta a vivere la figlia che ha sempre regolarmente pagato le tasse, Tarsu inclusa». E se a indurre in errore fosse stata «la situazione catastale, che forse non è stata modificata come chissà quante altre, dopo che mia moglie ha ereditato l’appartamento, a disturbare è il fatto che danno per scontato che sei un evasore ma non spiegano perché».