A Palermo la mobilitazione della comunità di nomadi che vive in città ha permesso alla polizia di risalire ai tre giovani che lunedì scorso hanno rapinato una coppia di fidanzatini, compiendo anche atti di violenza sulla ragazza. A Gaeta (Latina) invece due romeni hanno bloccato un maghrebino ubriaco che, nell’indifferenza generale, aveva aggredito e palpeggiato una ragazza e lo hanno fatto catturare dai carabinieri.
Due storie di segno opposto a quelle che hanno visto rom e romeni protagonisti di episodi di violenza sulle donne. Il caso più clamoroso è quello di Palermo, visto che è stata l’intera comunità nomade ad attivarsi per aiutare la polizia a individuare i tre giovani di etnia slava (uno di 16 anni, gli altri due di 14), responsabili dell’aggressione di lunedì scorso alla coppietta che stava aspettando l’autobus. A consegnarli alle forze dell’ordine sono stati i loro genitori.
I tre – che hanno confessato e restituito la refurtiva – dopo essersi fatti consegnare dal ragazzo, minacciandolo con un coltello, giubbotto, scarpe e cellulare, avevano insultato e palpeggiato la ragazzina e poi picchiato il fidanzatino che tentava di difenderla. A mettere sulle loro tracce la polizia era stata la stessa adolescente, segnalando l’accento slavo dei suoi aggressori. Un particolare che ha indotto gli investigatori a rivolgersi alla comunità nomade che vive poco distante il luogo dell’aggressione, nei pressi dello stadio di Palermo.
“Siamo andati dai capi della comunità – ha raccontato il commissario Sara Fascina – abbiamo chiesto loro se sapessero qualcosa della vicenda. Quando hanno appreso che, oltre alla rapina, erano stati commessi atti di violenza sulla 15enne, si sono mobilitati. In particolare a portarci dai responsabili sono stati gli stessi genitori”. Un contributo determinante apprezzato dal questore di Palermo ma anche dalla madre della ragazzina, che ha detto di essere pronta a stringere la mano ai capi della comunità nomade.
A Gaeta (Latina)invece sono stati padre e figlio romeni, ma da anni residenti nella cittadina laziale, a difendere una ragazza aggredita all’uscita di un pub da un maghrebino. Molestata dall’uomo, la vittima ha cercato di rifugiarsi in un bar ma è stata nuovamente raggiunta dal suo aggressore nell’indifferenza generale. Solo l’intervento dei due stranieri ha permesso di bloccare il nordafricano: mentre il padre lo teneva fermo il figlio ha chiamato i carabinieri che lo hanno arrestato.