Blitz degli ambientalisti a Ravenna blocca un carico proveniente dalla Liberia. Il materiale è stato acquistato dalla società che ha vinto , il bando per la fornitura a MeT.Ro Roma Spa
Greenpeace davanti alla Metro di Roma |
ROMA – Dal 23 settembre 2002 Roma è una “città amica delle Foreste”, avendo aderito alla campagna di Greenpeace che prevede un’attenta verifica sulla provenienza delle materie prime utilizzate nei lavori pubblici, per evitare ogni provenienza che non abbia una certificazione ambientale. Ma, proprio secondo Greenpeace, adesso c’è qualcosa che non va: potrebbe essere infatti in corso un acquistato di legno venduto illegalmente dalla Liberia, che potrebbe finire nella manutenzione e nell’ampliamento delle metrò A e B della capitale. Attivisti dell’associazione ambientalista hanno srotolato un enorme striscione alla stazione metro del Colosseo a Roma con il messaggio “African forest destruction sponsored by Metro” per informare i cittadini del rischio che per i lavori di ristrutturazione e ampliamento della metropolitana di Roma si usi legno illegalmente tagliato in Liberia.
BLITZ AL PORTO DI RAVENNA – Nel frattempo al porto di Ravenna gli attivisti dell’associazione ambientalista sono intervenuti per marchiare le oltre 660mila tonnellate di legname arrivate sulla nave “Rio mare” di una compagnia italiana di trasporti marittimi, lo scorso 17 febbraio. Questo legno è stato tagliato illegalmente durante la guerra civile in Liberia e messo al bando dall’embargo stabilito dalle Nazioni Unite, nei confronti del legno proveniente dal Paese. A causa della storia sanguinosa che questi tronchi rappresentavano l’Autorità Liberiana per lo Sviluppo delle Attività Forestali decise che questo legno doveva essere venduto ed utilizzato solo ed esclusivamente a livello locale. Ma le cose evidentemente non sono andate così e 600mila tonnellate sono arrivate in Italia, acquistate dall’azienda Interwood Srl. E questa società, proprio il 17 febbraio, ha vinto un appalto di 720 mila euro con MeT.Ro Roma Spa, responsabile della gestione e dell’ampliamento della metropolitana di Roma, in parte controllata proprio dal comune della “Città amica delle foreste». Secondo Chiara Campione, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace, proprio qui sta il problema centrale: «Nel bando del Comune di Roma, vinto dalla Interwood, non c’è nessun riferimento alla certificazione ambientale, a differenza di quanto prevede l’adesione al progetto di Greenpeace». Quindi, vista la coincidenza di date, nessuno può escludere che quel legno liberiano arrivato a Ravenna, finisca nelle traversine della metropolitana di Roma. Anzi, sono molti a credere che, se nessuno interviene, sia probabile che ci finisca.
LA INTERWOOD: «QUEL LEGNO NON VA ALLA METROPOLITANA» – Questa ipotesi è smentita invece categoricamente da Paolo Giampa, uno dei tre soci di Interwood: «L’acquisto di questa partita di legname, che abbiamo fatto attraverso la società intermediaria Unitimber, che peraltro ci ha fornito regolare documentazione delle autorità liberiane, è avvenuto nell’agosto 2008, quindi molto prima che sapessimo di aver vinto il bando per la fornitura alla metropolitana di Roma»
CORPO FORESTALE – Dopo il blitz di Greenpeace al porto di Ravenna e alla metro Colosseo di Roma il corpo forestale dello Stato ha accolto formalmente le accuse di Greenpeace e Fsc Italia, impegnandosi a presentarle alla Procura generale della Repubblica. Lo ha reso noto un comunicato degli ambientalisti.
Stefano Rodi