Richiesta di un ex caporedattore del «Mattino». Il regista Marco Risi: singolare che il blocco venga invocato da chi ha lavorato in quel giornale
NAPOLI — Per Marco Risi non è la prima volta che qualcuno si ritenga maltrattato da un suo film e chieda a un giudice di intervenire con le forbici del censore. Capitò con Il muro di gomma, e allora furono esponenti dell’Aeronautica — quelli che la ricostruzione cinematografica della strage di Ustica descrisse nei loro silenzi e nelle loro omissioni — a risentirsi. E ora che nelle sale italiane c’è Fortapàsc, dedicato alla storia di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso a 26 anni dalla camorra nel 1985, ecco che arriva — per la verità un po’ in ritardo rispetto all’uscita del film — un’altra richiesta di sequestro. Ma a farla non sono né Valentino Gionta, boss ampiamente citato nel film ma assolto in Cassazione dall’accusa di essere stato uno dei mandanti del delitto, né l’ex pretore di Torre Annunziata Luigi Gargiulo, che al cinema è diventato Rosone (interpretato da Gianfelice Imparato) e del quale Risi pure traccia un impietoso ritratto.
La richiesta di sequestro del film, con tanto di istanza già depositata in tribunale e udienza fissata per il prossimo 23 aprile, arriva quasi dall’interno del Mattino, il giornale nel quale Siani lavorava come «abusivo», e cioè senza contratto. Perché a firmarla è Mino Jouakim, caporedattore in pensione del quotidiano napoletano, e nella prima metà degli anni Ottanta responsabile dell’ufficio di Castellammare, al quale Siani faceva riferimento in qualità di corrispondente dalla vicinissima Torre Annunziata.
In Fortapàsc la redazione è spostata proprio a Torre Annunziata, e il capo, impersonato da Ernesto Mahieux, tenta puntualmente di smontare l’intraprendenza di Siani, invitandolo a occuparsi di furti e scippi e non di inchieste sulla camorra. Jouakim ritiene che quella figura sia ispirata a lui e parla quindi di «immagine distorta e fortemente diffamatoria, soprattutto in considerazione del suo legame personale e professionale con Siani e dell’appoggio che gli garantì costantemente».
Risi spiega invece che il personaggio è stato immaginato in quel modo «perché volevo che fosse esattamente l’opposto di Siani». Ma soprattutto gli preme sottolineare una cosa: «Certo è singolare che la richiesta di sequestro del film parta proprio da qualcuno che ha fatto parte del Mattino, e che quindi dovrebbe avere tutto l’interesse a far conoscere la storia e la figura di Giancarlo. Cosa che il film sta facendo e mi auguro possa continuare a fare. Sequestrarlo sarebbe gravissimo».
E poi Jouakim,insiste il regista, nella sua ricostruzione non compare affatto: «A me dispiace che si senta diffamato, ma certo non si può negare al cinema la possibilità di creare situazioni di conflitto. E comunque quel personaggio non è lui. A me interessava solo rappresentare il contrasto tra un caporedattore stanco e disilluso e un giovane precario che voleva fare il giornalista come si deve».
Fulvio Bufi