I comuni colpiti: primi bilanci. Situazione difficile anche in alcuni centri del Pescarese, del Chietino e del Teramano
Macerie (Bettolini) |
L’AQUILA – Accanto al capoluogo di Regione, alle sue frazioni e ai paesi immediatamente a ridosso dell’Aquila, semidistrutti dal terremoto che ha provocato finora 293 vittime e circa 1.500 feriti, la mappa dei danni si amplia a tutte e quattro le province dell’Abruzzo, dove si contano numerosi edifici pubblici, luoghi di culto e abitazioni danneggiati o lesionati e molte persone rimaste, almeno per ora, senza casa. È soprattutto nei centri della provincia dell’Aquila che vi sono stati crolli e gravi lesioni negli edifici, ma la forza del sisma ha toccato anche i centri storici di Teramo e Chieti. Diverse crepe sono comparse persino a Pescara. Praticamente l’intero patrimonio culturale e religioso dell’Abruzzo è stato colpito dal terremoto, sia pure con conseguenze diverse.
PESCARESE – Gli sfollati si contano fino a Pianella (Pescara), poco distante dalla costa, dove il Comune è stato costretto ad abbattere tre edifici pericolanti e ad evacuare 23 famiglie. Più all’interno, a Bussi sul Tirino (Pescara), a una cinquantina di chilometri dall’epicentro, buona parte delle abitazioni è pericolante, il centro storico è chiuso e si stimano alcune centinaia di persone sfollate dalle case più antiche. A Popoli (Pescara) gli edifici pubblici, le scuole, le chiese e i monumenti hanno subito danni ingenti, così come molte abitazioni. Sempre nel Pescarese ha subito gravi danni l’Abbazia di San Clemente a Casauria: è crollato il muro sopra l’ambone, la cupola è a rischio e sono inagibili diversi locali. San Clemente a Casauria, bellissimo esempio di romanico italiano, è uno dei monumenti più visitati dagli stranieri in Abruzzo. Edifici inagibili e crepe si contano in diverse altre località della provincia. A Loreto Aprutino è crollato il campanile della Chiesa di San Francesco, danni anche a Penne, Brittoli, Catignano, Cepagatti, Torre de’ Passeri, Carpineto della Nora, Civitella Casanova.
CHIETINO – Nella città di Chieti calcinacci sono caduti da alcune palazzine, un condominio di 37 famiglie è stato sgomberato, il Municipio è stato chiuso per controlli, piccole lesioni sono comparse nella Cattedrale di San Giustino. Qualche lesione si segnala anche nell’Ospedale di Lanciano (Chieti) e in diversi edifici pubblici e di culto della provincia. Crepe anche in chiese e centri storici di Guardiagrele e San Martino sulla Marrucina.
TERAMANO – A Teramo il campanile della Chiesa della Madonna del Carmine ha perso una piccola cupola in muratura. Inagibile la Chiesa di San Domenico. Particolare attenzione è stata rivolta al Duomo di Atri (Teramo). La Provincia di Teramo e il Comune di Pescara hanno firmato intese con gli ordini professionali per l’avvio delle verifiche negli edifici e sulle strutture viarie. Più colpiti i paesi del Teramano, soprattutto quelli più vicini al Gran Sasso, dove si contano oltre cinquanta abitazioni inagibili, ad Arsita, Castelli, Bisenti, Colledara e in altri centri. Tante le chiese lesionate.
AQUILANO – Nel resto della provincia dell’Aquila la situazione è complessa un po’ ovunque. Per citare alcuni esempi, a Celano sono stati sgomberati trenta alloggi; a Sulmona e Pratola Peligna, a causa degli edifici pericolanti nel centro storico, le processioni del Venerdì Santo sono state vietate o si sono svolte senza fedeli per evitare rischi. Chiese inagibili ad Anversa, Bugnara e Pettorano sul Gizio. Nei 14 Comuni che fanno parte, per il momento, del Com 7 di Sulmona, sono 3010 le persone sfollate. Per una prima sistemazione i sindaci di questi Comuni hanno fatto richiesta ai responsabili del Com 7 (uno dei Centri operativi misti individuati dalla Protezione civile), di 506 tende di 3030 brande e 3080 coperte. I paesi della Valle Subequana più colpiti sono Castelvecchio Subequo (350 sfollati), Castel di Ieri (200), Molina Aterno (150), Goriano Sicoli (180) e Secinaro (200). A Sulmona sono 1200. Sono state richieste anche tre tende di pronto soccorso, quattro cucine da campo e 27 bagni chimici oltre a cinque generatori di energia elettrica. Case lesionate, alcune crollate e 680 sfollati anche in alcuni centri della Valle Peligna che non sono stati inseriti dalla Protezione civile nella lista dei paesi che fanno parte dei Com. Si tratta di Campo di Giove con 100 sfollati, Cocullo (50); Corfinio (100); Gagliano Aterno (120); Raiano (200); Roccacasale (50); Roccapia (40) e Villalago (20). I sindaci di questi paesi oltre a chiedere l’inserimento tra i Comuni danneggiati dal sisma, hanno avanzato anche la richiesta ai responsabili del Com 7 di Sulmona di 117 tende, 680 brande e 680 coperte.