Parla blanc a.d. bianconero “abbiamo il dovere di provare a battere l’inter, ora e sempre”. «La stagione? Non è male ma da noi si pretende molto: scudetto e Champions Per quello stiamo lavorando»
L’ad della Juve Blanc (Pegasonews) |
TORINO — Nell’ufficio d’angolo di Jean-Claude Blanc c’è un una libreria di legno. Disposti sugli scaffali, rigorosamente uno sopra l’altro, ci sono i trofei dei campionati 2004-2005, 2005-2006 e un casco griffato Juventus. Senso di appartenenza alla storia (anche a quella revocata) e storia di una passione. La moto, una grossa Bmw 1100, è in Francia. Qui l’amministratore delegato bianconero si muove in scooter. Una tentazione in meno della vita «di fuori». «Mia figlia ha portato da scuola un biglietto per la festa del papà. C’era scritto: ‘‘papà, lavora di meno e stai più con noi’’. Mi ha fatto vacillare».
Quindi stasera va da loro?
«No, da Claudio Ranieri e Alessio Secco».
Ahia, a casa non saranno contenti.
«È per questo che sto con loro appena posso ».
Potrebbe prendersi il prossimo weekend, la partita con l’Inter ha un significato ridotto.
«No: il dovere della Juve è provarci sempre, fino all’ultimo».
Risposta esatta. Ma lei ha creduto, e quanto, allo scudetto?
«Ci ho creduto fino al Chievo, ci credevo talmente tanto che la delusione è stata fortissima. Ora è giusto tenere i piedi per terra: è molto, molto difficile recuperare».
Qual è stato il miglior momento della Juve?
«Fine novembre, dicembre. Prima di Natale. Stavamo così bene che la sosta non ci voleva. Abbiamo rinunciato a una tournée negli Emirati, molto vantaggiosa economicamente, per restare a Vinovo a prepararci per tenere quel ritmo».
E i momenti peggiori?
«Prima del Real Madrid e in queste ultime due partite. Dopo il primo abbiamo saputo reagire. Penso che abbiamo la capacità di farlo già contro l’Inter».
Si ha l’impressione che la Juve vada a due velocità. La società corre, il marketing fila a gonfie vele (con Sony-Ericsson siete a quota 12 sponsor). La parte sportiva è staccata.
«Impressione sbagliata. C’è una Juve sola e lavoriamo su tutti agli aspetti contemporaneamente. La trovo duro con la squadra che è al secondo posto e in semifinale di Coppa Italia. Per me stiamo andando bene. Comprendo le aspettative, essendo la Juve: fino a quando non vinciamo campionato o Champions League l’attesa sarà grande. Ma impegno e risorse sono gli stessi».
Diversi i risultati.
«Ma il risultato non è controllabile: è il bello del calcio. Ti prepari al meglio, poi l’arbitro fischia, gli avversari segnano e il gol viene assegnato. Fine della preparazione».
Ogni riferimento a Genoa-Juve non è casuale.
«Non lo è. Io credo che, nei nostri confronti, gli arbitri si siano rasserenati anche se ci sono stati episodi negativi. Ma tutti possiamo migliorare: anche gli arbitri devono trovare continuità ».
Parola magica.
«Definisce cosa ci è mancato quest’anno».
Solo questa la differenza con l’Inter?
«La differenza sono dieci punti persi con squadre, con tutto il rispetto, non tra le più forti sulla carta e lasciati in casa. Non siamo inferiori all’Inter, sotto ogni aspetto».
Non pensa che ci sia stato anche qualche errore estivo?
«Il mercato non è una scienza esatta. Non mi piace guardare in casa d’altri ma anche Inter e Milan hanno avuto dei problemi. Sento parlare di inesperienza della società e del nostro direttore sportivo Alessio Secco ma non è che le nostre rivali, con uomini molto più esperti, abbiamo fatto benissimo. Del mercato non voglio parlare, però…».
Però?
«Però il mercato non è solo grandi campioni, o grandi acquisti. È dare fiducia ai giovani. Marchisio, De Ceglie, Giovinco, Ariaudo: nessuno come noi. Non siamo qui per caso, il futuro è avviato, la Juve va avanti».
In molti siamo convinti che potrebbe andare avanti meglio con un uomo più vicino all’allenatore, alla squadra.