Un edificio vicino alla sede diplomatica sarebbe usato per sorvegliare chi entra e chi esce dalla residenza, ma il bureau spiega: e’ tutto un gioco, loro sanno che noi sappiamo
La casa dell’Fbi con, sullo sfondo, l’ambasciata russa a Washington |
WASHINGTON (USA) – E’ la casa dei misteri. Tre piani, più un solaio con tre ampie finestre. Fino a pochi giorni fa le tendine era tutte abbassate e c’era una luce accesa – anche di giorno – sul portico di ingresso. Un edificio anonimo che “guarda” l’ingresso principale dell’ambasciata russa a Washington. Una posizione ideale: si vede bene chi entra e chi esce. Ora, secondo alcune indiscrezioni, la casa sarebbe una postazione usata dall’Fbi per tenere d’occhio la rappresentanza diplomatica.
SEGRETO SVELATO – Già un anno fa una tv aveva “svelato” il segreto scoprendo persino una macchina fotografica dietro uno dei finestroni dell’ultimo piano. Poi con una ricerca mirata su Internet – interrogando siti a pagamento che forniscono ogni genere di informazioni – i reporter hanno scoperto che la casa apparteneva proprio all’Fbi. Ad aggiungere sale all’intrigo ha contribuito qualche esperto puntando l’attenzione sullo spiazzo erboso al lato dell’edificio: lì sotto, è la tesi, potrebbe esserci un tunnel per lo spionaggio elettronico. Lo scoop ha suscitato reazioni diverse. I patrioti hanno accusato i giornalisti di essere degli irresponsabili. Gli scettici hanno accolto con una risata le rivelazioni. Sostengono che la macchina fotografica – per giunta di vecchio tipo – è stata volutamente messa in modo che si potesse vedere. E aggiungono che i russi sanno benissimo di essere sorvegliati. Inoltre il gigantesco complesso dell’ambasciata è circondato da molti altri edifici che possono essere trasformati – se necessario – in postazioni per la sorveglianza. Dunque la casetta rientra in un “gioco” tra le spie. O semplicemente è un’abitazione normale.
Guido Olimpio