Il 14enne, settimo a Pechino, ha subìto le angherie al suo ritorno al College di Plymouth. Un ragazzo più grande, dopo averlo chiuso in un angolo, gli ha detto che gli avrebbe «spezzato le gambe»
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Tom Daley |
LONDRA (Gran Bretagna) – Tom Daley, l’olimpionico inglese considerato un’autentica promessa dei tuffi, è stato costretto a lasciare la scuola perché vittima di episodi di bullismo da parte di ragazzini gelosi della sua fama. Il quattordicenne, settimo ai giochi di Pechino dell’estate scorsa, avrebbe subìto le angherie fin dal suo ritorno all’Eggbuckland Community College di Plymouth, quando i compagni hanno cominciato a prenderlo di mira per la sua improvvisa popolarità. Il culmine si sarebbe, però, raggiunto un paio di settimane fa, quando Tom, che viene ironicamente soprannominato «Speedo Boy» o «diver boy» dai compagni e che in passato è stato ripetutamente colpito con il lancio di oggetti e spintonato a terra, si è visto minacciare da un ragazzo più grande, che, dopo averlo chiuso in un angolo, gli ha detto che gli avrebbe «spezzato le gambe» perché valevano così tanto. A quel punto, i genitori di Tom, Rob e Debbie, hanno preferito tenere il figlio a casa, denunciando poi il fatto ai giornali.
LE BATTUTE – «Ho un sacco di fan fuori dalla scuola – ha raccontato il giovane Daley al “Plymouth Herald” – ma all’interno della scuola è l’opposto, perché mi odiano. Tutto è cominciato al mio ritorno dalle Olimpiadi, quando hanno preso a darmi dello “Speedo Boy”. All’inizio, ho scelto di ignorare i loro commenti e le battute cattive, sperando che la smettessero, ma così non è stato e ora anche i ragazzi più piccoli si sono messi a seguire l’esempio di quelli più grandi. Non esco più nemmeno dalla classe durante l’intervallo, ma per fortuna posso contare su 4 amici che stanno sempre con me. Sono arrivato al punto di dire che non voglio più tornare là dentro perché mi sembra di essere all’inferno». Da qui la decisione di papa Rob di tenerlo a casa per evitare ulteriori choc al ragazzo, che si sta preparando per una gara in Florida del mese prossimo, anche se l’idea del padre sarebbe quella di ritirarlo in maniera definitiva dalla scuola.
IL PAPA’ – «Il bullismo è una piaga – ha detto l’uomo al giornale di casa – e la scuola dovrebbe fare di tutto per evitarlo. Mi sono reso conto che c’era qualcosa che non andava guardando il volto perennemente triste di Tom quando tornava dalle lezioni e io stesso sono dovuto andare diverse volte a scuola per cercare di fermare questi episodi, ma è stato tutto inutile. Qui siamo oltre lo sberleffo, è invidia vera e propria e a questo punto, se l’istituto non deciderà di intervenire in maniera concreta e non farà qualcosa per proteggere mio figlio, sarò costretto a ritirarlo dalla scuola e a mandarlo da un’altra parte. Tutto quello che chiede Tom è di poter studiare ed essere lasciato in pace».
LA SCUOLA – Inizialmente, la preside dell’Eggbuckland Community College di Plymouth, Katrina Borowski, aveva detto di non essere a conoscenza di alcun episodio di bullismo, salvo poi cambiare idea quando la storia è venuta allo scoperto, annunciando l’apertura di un’indagine interna. «L’altissimo profilo di Tom ha fatto sì che una minoranza potesse agire in maniera estremamente immatura – ha spiegato la donna – ma noi teniamo molto al benessere dei nostri studenti e, quindi, abbiamo già organizzato una serie di incontri fra gli insegnanti e i genitori e gli amici di Tom per fare luce su quanto è successo e decidere le strategie migliori da adottare. Ovviamente, una volta individuati, i responsabili saranno puniti molto severamente».
Simona Marchetti