GENOVA – Il Genoa attendeva da settimane il suo Principe per la volata finale verso la Champions e il bomber ha scelto il momento migliore per tornare: tre gol ai ‘cugini’ della Sampdoria fanno esplodere il Ferraris di sponda rossoblu’ e lanciano il Grifone all’ inseguimento della Fiorentina. Nessuno sceneggiatore avrebbe potuto inventare meglio una scena piu’ suggestiva per la gioia dei genoani, perche’ Milito colpisce nei momenti cruciali della gara, sempre aperta e combattuta, con la Sampdoria in giornata buona. Milito, gia’ a segno nel derby di andata, vince il duello con Cassano (Pazzini non si vede quasi mai) che cuce e inventa ma non ha intorno uomini come Palladino, tra i migliori. La gara finisce in una bolgia di mischie e mezze risse, spintoni, colpi bassi, con tre cartellini rossi nei minuti finali (Ferrari, Thiago Motta, Campagnaro), otto ammoniti e il Genoa prima in dieci, poi in nove. La tensione dei sampdoriani alla ricerca di un pari possibile tiene vivo un finale da cardiopalma. La superiorita’ numerica nei minuti finali non basta pero’ agli uomini di Mazzarri, colpiti in contropiede dal terzo gol del Principe mentre sono tutti nell’area avversaria.
Il derby numero cento, che profuma di coppe europee su entrambi i fronti, e’ anche il primo della storia in cui i presidenti di Genoa e Sampdoria siedono vicini, per marcare una sportivita’ nuova, necessaria a distendere animi e cervelli. Il patron blucerchiato Riccardo Garrone ha accolto l’invito del presidente rossoblu’ Enrico Preziosi, e una nuova epoca nei rapporti tra presidenti di squadre di calcio forse si e’ aperta. Prima dell’inizio spazio alle scenografie, come sempre spettacolari, con un gigantesco striscione mezzo e rosso e mezzo blu dice in genovese ”ben arrive’ a zena” ai ‘cugini’ sampdoriani, la Gradinata Nord che diventa una enorme croce bianca e rossa, come lo stemma della citta’, e la Gradinata Sud traboccante di bandiere blucerchiate. Gasperini schiera la formazione piu’ offensiva, con Sculli e Palladino vicini a Milito. Sul fronte opposto Mazzarri mette il difensore Raggi nel centrocampo a cinque, per coprirsi di piu’. La gara si accende subito e la Sampdoria ha la prima occasione al 3′ con Pazzini, che salta Criscito in piena area ma al momento del tiro viene rimpallato. La grinta blucerchiata impedisce ai rossoblu’ di ragionare e il gioco di Gasperini ne risente. Il Genoa mette la testa fuori dalla meta’ campo solo al quarto d’ora e crea due mischie in area su calcio piazzato. La Samp prevale a centrocampo, con Palombo e Raggi, mentre i difensori escono a turno a bloccare Palladino, che gioca tra le linee. Quando il Genoa prende le misure riesce a schiacciare l’avversario nella sua area e per dieci minuti l’assedia. Al 29′ arriva il vantaggio: Milito dribbla Lucchini e costringe Castellazzi a una parata super in corner. Dal calcio d’angolo nasce la mischia che il Principe conclude in rete per l’1-0. La gara si fa vibrante e quando la tecnica rossoblu’ prevale, la Samp replica con grinta e determinazione.
MILAN A -7 DALL’INTER
Il campionato, sotto la stretta logica dei numeri, resta aperto perché il Milan non molla e torna a -7 dai cugini interisti, vicinissimi al successo finale quando mancano quattro giornate alla fine.
Al successo di ieri di Ibra e compagni contro la Lazio, i rossoneri rispondono però andando a vincere sul campo del Catania (uno 0-2 firmato da Inzaghi e Kakà, coppia d’attacco che costringe di nuovo alla panchina Ronaldinho e Pato) e dando quindi un dispiacere doppio al tecnico degli etnei Walter Zenga, vecchio cuore nerazzurro.
La squadra di Ancelotti allunga per il secondo posto grazie al contemporaneo pareggio della Juve in casa contro il Lecce, risultato che certo, dopo le parole dette in settimana da John Elkann, non consolida la posizione di Ranieri. Contro il Lecce non basta una doppietta di Nedved, che prima di ritirarsi vuole sparare le ultime cartucce; il vantaggio iniziale di Konan trova corrispondenza al 93′ col 2-2 firmato dall’argentino Castillo, che fino a due anni fa giocava in C/1 nel Gallipoli ed ora è arrivato a quota 7 reti in serie A.
La Juve è in caduta libera, il suo pubblico innegia cori contro squadra e società, e a favore di vecchie glorie ed ex come Luciano Moggi. In attesa del derby di Genova che è il posticipo di stasera, la Fiorentina tiene il passo per il quarto posto che vale la Champions e batte di misura (1-0) il Torino, grazie al gol di Vargas e ad una direzione di gara di Farina non troppo benevola nei confronti degli ospiti. Fischi, peraltro meritati, per la Roma che fa 0-0 in casa con il Chievo evidenziando il suo momento di buio totale. I tifosi della curva entrano nell’Olimpico a qualche minuto dalla fine, e soltanto per esprimere il loro malcontento e contestare la presidente Rosella Sensi, arrivata allo stadio con la scorta ma pronta ad assumersi le proprie responsabilità per una stagione fallimentare. Ora anche il posto Uefa è a rischio.
Tracimano davanti al proprio pubblico Palermo (5-1 ad un Cagliari in giornata nera) ed Udinese (3-0 ad una spenta Atalanta di Del Neri, possibile nuovo tecnico dei friulani). Successo salvezza per il Siena che, trascinato dai soliti Kharja e Maccarone, batte 2-1 il Napoli ed arriva a quota 40 punti.
Risultati della 34/esima giornata del campionato italiano di calcio di serie A.
A Bologna: Bologna-Reggina 1-2 (sabato)
A Catania: Catania-Milan 0-2
A Fiorentina: Fiorentina-Torino 1-0
A Milano: Inter-Lazio 2-0 (sabato)
A Torino: Juventus-Lecce 2-2
A Palermo: Palermo-Cagliari 5-1
A Roma: Roma-Chievo 0-0
A Siena: Siena-Napoli 2-1
A Udine: Udinese-Atalanta 3-0
Genoa-Sampdoria 2-1
Classifica.
Inter 77
Milan 70
Juventus 66
Fiorentina 61
Genoa 60
Roma 53
Palermo 52
Cagliari 49
Udinese 48
Lazio 47
Atalanta 44
Napoli 42
Sampdoria 41
Siena 40
Catania 40
Chievo 35
Torino 30
Bologna 29
Lecce 28
Reggina 27