Approvata in via definitiva dal Senato la norma che vieta di scaricare film e musica coperte dal diritto d’autore, dopo l’ammonizione, scatta il taglio della connessione a internet
Nicolas Sarkozy (Reuters) |
PARIGI (FRANCIA) – Ce l’ha fatta il presidente francese Nicolas Sarkozy a far diventare la Francia uno dei paesi nel mondo più severi, rigorosi, contro chi scarica illegalmente film e musica sul web. Grazie alla legge approvata prima dall’Assemblea nazionale e poi in via definitiva dal Senato francese gli amanti del «peer to peer» saranno prima avvertiti con lettera – a partire dal prossimo autunno – poi, in caso di recidiva, dal 2010 non potranno più connettersi. Non solo sarà tagliato il loro accesso a Internet, ma dovranno anche continuare a pagare il loro abbonamento, cosa che costituisce ovviamente una penalizzazione ulteriore.
POSSIBILE ATTRITO CON BRUXELLES – A decidere le sanzioni sarà una nuova autorithy – l’Alta autorità per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti di Internet. L’opposizione socialista – che ha condotto una dura battaglia per impedire l’approvazione della legge anche a costo di alienarsi simpatie di artisti vicini alla sinistra – ha già annunciato che presenterà ricorso al Consiglio costituzionale. Ma il governo francese se la dovrà vedere anche con Bruxelles, dopo che il Parlamento europeo ha indicato – con un emendamento approvato il 6 maggio scorso – che il taglio della connessione può avvenire solo con una decisione della magistratura. Mentre la legge francese affida il compito a una autorità amministrativa. La ministra della cultura, Christine Albanel, è convinta invece che non ci sia alcun contrasto fra Parigi e Bruxelles: «Quell’emendamento afferma il principio che ogni minaccia ai diritti e libertà fondamentali degli internauti non può intervenire che sulla base di una decisione delle autorità giudiziarie. Ma l’accesso a Internet, dal proprio domicilio, non è riconosciuto come libertà fondamentale».
IL DIBATTITO – La questione di scaricare film e musica illegalmente – che ha portato recentemente alla condanna, a Stoccolma, del sito di file-sharing Pirate Bay – ha diviso a Parigi non solo il mondo della politica, ma anche quello degli artisti. Se alcuni – come l’attrice Catherine Deneuve – avevano chiesto al Governo di abbandonare «un meccanismo di sanzioni dalla dubbia costituzionalità», molti altri – fra i quali il regista Bertrand Tavernier – si erano schierati a favore della legge. Alcuni artisti di sinistra – come la cantante Juliette Greco e l’attore Michel Piccoli – avevano anche rimproverato al Partito socialista, in una lettera aperta sul quotidiano francese «Le Monde», di «opporsi a che delle regole siano stabilite agli operatori di telecomunicazioni affinchè cessino di rapinare la creazione». Così facendo – avevano scritto la Greco e Piccoli – il Partito socialista «volta le spalle in modo fragoroso alla nostra storia comune», caratterizzata «dal rifiuto di un ordine puramente commerciale, dalla protezione del debole contro il forte». Ma i deputati socialisti – tranne l’ex ministro della cultura Jack Lang – non li hanno ascoltati e hanno votato contro la legge: contrari alle sanzioni per i pirati e favorevoli invece ad un «contributo creativo» prelevato sugli abbonamenti internet per finanziare il diritto d’autore.