La storia Giampiero Filangieri è di Reggio Calabria. Fu malmenato un anno fa. La Spagna sulle sue tracce per risarcirlo dopo un’aggressione filmata con un videofonino
MADRID — Ha il cognome illustre, Filangieri, del giurista e filosofo Gaetano, vissuto nel ’700 alla corte di Ferdinando IV di Borbone, ma — per ora—meno fortuna: Giampiero, esattamente un anno fa, era un giovane italiano senza tetto che vagabondava per Granada, viveva alla giornata e dormiva sotto le stelle. L’8 giugno, otto adolescenti locali decisero di far pagare proprio a lui il vuoto di quella loro domenica pomeriggio. Insulti, risate, poi l’assalto. Soltanto una ragazzina del gruppo si tirò indietro per dedicarsi al lavoro più pulito: le riprese con il videofonino.
Un film già visto. Che potrebbe però avere un finale imprevisto e vagamente lieto: i 3.000 euro di risarcimento che le famiglie degli aguzzini minorenni sono state condannate, dal tribunale, a pagare alla vittima. Di Giampiero Filangieri, però, non c’è più traccia. Gli ultimi a ricordarsi di averlo incontrato sono i medici dell’ospedale traumatologico che avevano cercato di riaccomodargli la faccia e le ossa, stilando una sconfortante prognosi di 90 giorni. Ma non lo hanno mai visto guarito, ammesso che si sia curato.
Non si è più presentato nemmeno per la revisione della ferula, un presidio ortopedico flessibile, che gli era stato applicato a un dito fratturato. Come un animale ferito e selvatico, appena si è sentito di nuovo autosufficiente, è sparito. Al tribunale, la direzione sanitaria ha potuto fornire soltanto la sua impressionante cartella clinica, asettico riassunto di un linciaggio mancato per poco; e tutto ciò che della sua vita è rimasto impresso a Granada sono le sue origini: nato a Reggio Calabria nel 1980. Senza fissa dimora. Ovunque sia finito, Giampiero Filangieri non sa di aver diritto a una piccola fortuna che, ben impiegata, potrebbe aiutarlo magari a cambiare il suo destino. E che, in ogni caso, potrebbe regalargli qualche settimana o addirittura qualche mese di agi insperati. Probabilmente nemmeno sospetta che, in meno di 12 mesi, la giustizia abbia fatto il suo corso, individuato e processato i colpevoli, stabilito un prezzo per quel pestaggio gratuito.
Se n’è andato, senza interessarsi alla sorte di chi aveva ridotto il suo volto a una maschera di sangue. Senza recriminare, senza accusare, senza nulla pretendere. Neppure una risposta al perché di tanta crudeltà. Una risposta che non c’è stata, né poteva esserci: i colpevoli hanno ammesso, la condanna è stata patteggiata, senza arrivare al dibattimento. Tutti condannati. Ma Giampiero, a quanto pare, non lo sa. Non sa e forse non gli importerebbe di sapere che nemmeno la regista in erba, quella che filmava l’impresa dei compagni e i suoi fiotti di sangue, se l’è cavata. Secondo un quotidiano di Granada, la ragazzina aveva poi cercato di difendersi sostenendo di averlo fatto per poter mostrare l’accaduto a un parente, agente di polizia.
I giudici non le hanno creduto; e ora quelle immagini, le ultime di Giampiero, sono di scarso o di nessun aiuto agli investigatori andalusi, che si accingono o dovrebbero accingersi a cercarlo, senza sapere bene da dove partire. Dal luogo in cui l’avevano trovato l’8 giugno dell’anno scorso? È in una zona popolosa di Granada, non lontana dal centro, la rotonda modernista di Arabial. Filangieri si stava lavando da solo le ferite in una fontana, quando le guardie si avvicinarono per soccorrerlo e cercare di ricostruire i fatti. Oppure dai centri di accoglienza per girovaghi squattrinati? Alla Casa «Luz Casanova», dove un lettore dell’Ideal di Granada scrive di averlo incrociato, non lo ricordano e non risulta mai registrato. Da quando la sua storia è stata pubblicata, gli avvistamenti a Granada si sono moltiplicati. C’è chi lo descrive come un uomo alto, rapato, con cicatrici visibili, un enorme zaino e sandali raffazzonati. Altri sostengono di averlo riconosciuto in uno squilibrato. È una caccia alla rovescia, al vincitore di un piccolo tesoro, da consegnargli per elementare senso di giustizia. Come sarebbe piaciuto all’altro Filangieri.