Scuola a Roma La preside: 90% di stranieri, l’idea di dedicare l’istituto a un giapponese. No da Pdl e Lega
ROMA — Carlo Pisacane si fa da parte. L’eroe del Risorgimento al quale è intitolata una scuola materna ed elementare di Roma con circa il 90% di alunni stranieri, in omaggio a un mondo globalizzato e multietnico, dovrebbe far posto al pedagogo giapponese Tsunesaburo Makiguchi. Così, almeno, vorrebbe la preside Nunzia Marciano che, secondo il «Comitato mamme della Pisacane », da anni in lotta «per un’autentica integrazione che non impedisca ai nostri figli di imparare la lingua e la cultura italiana», avrebbe proposto il «cambio di nome» durante l’ultimo consiglio d’istituto. «Abbiamo visionato il verbale con cui il consiglio approvava all’unanimità—ha riferito la portavoce Flora Arcangeli — ma non hanno voluto darcene una copia».
Tsunesaburo Makiguchi |
Sincero accoglimento di istanze multiculturali o semplice provocazione? Di certo l’iniziativa del dirigente scolastico romano, alla guida di un istituto con 270 bambini di 24 etnie con prevalenza di bengalesi, rumeni e cinesi, ha scatenato una valanga di polemiche. La preside Marciano non risponde al telefono e non si fa trovare. «Uno schiaffo alla cultura italiana e alla nostra grande tradizione pedagogica», l’ha definita la senatrice della Lega Irene Aderenti. «Intitolare una scuola italiana a un educatore giapponese — ha aggiunto—denota arroganza nei confronti della nostra cultura. Per pronunciare quel nome serve un corso di lingua». E per Marco Scurria, candidato al Parlamento europeo per il Pdl, la decisione è frutto del «furore ideologico della sinistra per cui quei bambini sono costretti a imparare poesie in arabo invece delle nostre tradizionali filastrocche».
Una scuola finita al centro delle polemiche anche nei mesi scorsi quando, sempre il comitato delle mamme, aveva denunciato «un presepe con pastori in kefiah e donne in burqa » ma anche un inquietante episodio «antisionista», forse non «premeditato»: ai piccoli della materna erano stati fatti indossare dei cappellini di carta colorati sui quali, una volta tornati semplici pezzi di carta, si poteva leggere un appello al boicottaggio dei prodotti israeliani e un’immagine di Bush con la pistola alla tempia sullo sfondo della bandiera americana in fiamme. «Ora la provocazione di cancellare il nome dell’istituto — ha affermato il deputato del Pdl Fabio Rampelli — intestandolo all’educatore giapponese sconfina nel ridicolo. Immaginiamo la disinvoltura con la quale i bambini pronunceranno il nome della loro scuola…».
Anche l’assessore alla Scuola del Comune di Roma Laura Marsilio ha ribadito che si opporrà a questa decisione: «Serve continuità tra presente e passato per un’imprescindibile identità comune». A sostenere la preside della Pisacane è stato invece Enrico Fontana, capogruppo della Sinistra al Consiglio regionale del Lazio: «Quel cambio di nome non è un atto anti-italiano se inserito in un quartiere popolare come Tor Pignattara dove si sperimentano concretamente le difficoltà di costruire una società multietnica». Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio Maria Maddalena Novelli ha infine dichiarato di non aver ricevuto «alcuna richiesta di cambio di nome dalla scuola Pisacane». Recentemente anche il sindaco Gianni Alemanno aveva incontrato le rappresentanti del Comitato «ma le promesse delle istituzioni non hanno risolto la drammatica condizione della nostra scuola —conclude Arcangeli—e così per il prossimo anno abbiamo deciso di non riscrivere i nostri figli. Dopo otto anni di battaglie, siamo stanche, tutti i progetti di vera integrazione sono falliti. Ora restino solo gli immigrati e le classi monoetniche. La prima elementare rischia di vedere un solo alunno italiano. E per i nuovi ingressi alla materne, su 35 nuovi bambini iscritti, solo 8 sono italiani».
Chi è Tsunesaburo Makiguchi
Tsunesaburo Makiguchi nasce in Giappone nel 1871. Educatore, dedica la maggior parte della vita a sviluppare una pedagogia innovativa in grado di riformare il sistema educativo giapponese.
Il cuore della sua filosofia è la teoria del valore: scopo dell’educazione è rendere le persone capaci di creare valore in ogni circostanza e, quindi, costruire la felicità per sé e per gli altri. Secondo Makiguchi l’educazione deve essere pratica, stimolare l’indipendenza e la creatività degli studenti, in aperto contrasto con quanto propone il sistema educativo giapponese di allora.
Le sue idee hanno ispirato le contemporanee scuole Soka.
L’approfondimento della ricerca sull’origine della creazione del valore lo porta a incontrarsi con la filosofia di Nichiren Daishonin, monaco buddista vissuto in Giappone nel tredicesimo secolo.
Nel 1928, insieme a Josei Toda, un giovane insegnante che ammira profondamente le sue idee, Makiguchi abbraccia il Buddismo di Nichiren. Nel 1930 i due fondano la Soka Kyoiku Gakkai (società educativa per la creazione di valore), antesignana dell’attuale Soka Gakkai, e Makiguchi ne diviene il presidente.
Pur essendo nata come un piccolo gruppo di educatori, la Soka Kyoiku Gakkai si sviluppa gradualmente fino a diventare un gruppo numeroso e connotato dal punto di vista religioso. Quando il regime militarista giapponese pretende all’inizio della prima guerra mondiale di assoggettare tutti i movimenti religiosi ai principi dello Shintoismo, (religione di stato e pilastro spirituale dell’attività bellica giapponese), Makiguchi e Toda si rifiutano di accettare compromessi. Per questo motivo nel 1943 vengono arrestati e imprigionati con l’accusa di aver violato la legge per l’ordine pubblico.
Makiguchi muore in carcere il 18 novembre 1944 all’età di 73 anni, a causa degli abusi subiti e della malnutrizione.
Flavia Fiorentino
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