L’IMPIANTO DI PROPRIETA’ DELLA FAMIGLIA MORATTI. Si trovavano in un impianto di desolforazione. Napolitano: «Cordoglio per le vittime»
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L’impianto di raffineria Saras (dal web) |
CAGLIARI – Tre operai sono morti e altri due sono rimasti feriti martedì pomeriggio intorno alle 14 all’interno degli impianti della raffineria Saras a Sarroch (Cagliari). Le tre vittime, secondo le prime informazioni, stavano pulendo una cisterna in un impianto di desolforazione. Sono deceduti, l’uno per salvare l’altro, per asfissia, anche se non si esclude l’intossicazione da anidride solforosa. Daniele Melis, di 29 anni, Luigi Solinas, di 27, e Bruno Muntoni, di 56, erano tutti di Villa San Pietro, piccolo paese confinante con Sarroch. Muntoni era sposato e padre di tre figli. Il presidente e l’ad della Saras, Gianmarco e Massimo Moratti, hanno subito raggiunto Sardegna appresa la notizia. I Moratti hanno comunicato con una nota il «tragico evento» verificatosi presso la raffineria di Sarroch, esprimendo «profondo dolore».
I SOCCORSI – Sul luogo dell’incidente sono intervenuti medici del 118, ma per i tre operai era già tardi. Sulle cause della morte restano molti dubbi, che verranno chiariti dall’inchiesta della magistratura. Secondo il medico della Saras sarebbero morti per asfissia, cioè per mancanza di ossigeno. L’azienda assicura che la cisterna era stata bonificata con azoto lunedì sera, ma non è escluso che i tre abbiano respirato anidride solforosa. Da quanto si è appreso, i tre operai morti erano dipendenti della Comesa, una ditta esterna che lavora per la Saras e che ha in appalto alcuni lavori all’interno della raffineria. In queste settimane gli impianti sono interessati da una serie di interventi di manutenzione programmata.
LA RABBIA DEI COLLEGHI – Subito dopo l’incidente, i dipendenti sono stati invitati a mettere in sicurezza gli impianti e ad abbandonare lo stabilimento, e la Saras, esprimendo cordoglio ai familiari, ha sottolineato di attendere la ricostruzione dei fatti da parte delle autorità. Nel frattempo all’esterno cresceva la rabbia degli operai, passati dallo sgomento alla disperazione. Tante le accuse lanciate all’azienda sulla sicurezza, soprattutto quella di far svolgere le mansioni più pericolose alle ditte esterne e non ai dipendenti. «Rischiamo la vita tutti i giorni per 900 euro al mese – ha detto un operaio di
SCIOPERO – I sindacati parlano di morti annunciate e chiedono di accelerare l’entrata in vigore del testo unico sulla sicurezza. Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato per mercoledì uno sciopero di otto ore, l’intera giornata lavorativa, nello stabilimento Saras. Dalle 6 i lavoratori dell’area industriale, circa 3.000 persone, aderenti alle tre sigle sindacali si asterranno dalle attività. Come preannunciato da Nicola Marongiu, segretario della Camera del lavoro di Cagliari, lo sciopero riguarderà tutte le categorie operanti nella zona: chimici, metalmeccanici ed edili. «Non sappiamo se l’accumulatore dove i tre operai sono morti fosse stato bonificato», spiega Marongiu. «Certo, il gas che li ha uccisi non doveva essere presente al momento del loro ingresso della zona di accumulo, dove si svolge un particolare tipo di lavorazione sul gasolio». «La raffineria è un luogo ad alto rischio, non è prima volta che succedono incidenti mortali, ma mai erano stati di questa gravità. È un incidente gravissimo – ha detto il segretario generale della Cgil sarda, Enzo Costa – ma nessuno parli di fatalità, la pericolosità del sito era ampiamente nota».
LA STORIA – La Saras è stata fondata Angelo Moratti nel lontano 1962. Adesso è guidata dai suoi eredi. La società si occupa di raffinazione petrolifera e l’impianto di Sarroch, uno dei sei supersite d’Europa, lavora circa 300.000 barili al giorno, cioè il 15% dell’intera raffinazione in Italia.
IL CORDOGLIO – Unanime il cordoglio del mondo istituzionale e politico. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dalla prefettura di Firenze, dove ha partecipato a un convegno su Galileo Galilei, si è messo in contatto con il prefetto di Cagliari per avere ragguagli sulla dinamica del grave infortunio. Il capo dello Stato ha pregato il prefetto di sprimere ai familiari delle vittime la sua vicinanza e il suo cordoglio a nome di tutto il Paese. L’incidente è «una ennesima tragica notizia» ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che in occasione del convegno «Il lavoro che cambia» ha invitato i presenti in sala a tributare un minuto di silenzio. Anche l’Aula del Senato ha osservato un minuto di silenzio per i tre operai morti a Saras. Tutti i gruppi sono intervenuti esprimendo cordoglio per la morte dei tre operai. «Il profondo cordoglio proprio personale e quello dell’intera Assemblea di Palazzo Madama» è stato espresso da Renato Schifani. Cordoglio anche dal segretario del Pd, Dario Franceschini, mentre il Governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci ha parlato di «tragedia immane». Concetti ribaditi anche dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi («ora sono doverosi i più attenti e scrupolosi accertamenti sulle responsabilita») e dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.