LA FINALE DI CHAMPION. Barcellona-Manchester La miglior partita possibile
ROMA — Di tutte le finali possibili è certamente la migliore. Ma non per noi italiani. Per noi Barcellonamanchester è infatti una sorta di sogno proibito, è un pugno allo stomaco perché mette impietosamente a nudo quel nostro piangerci addosso, l’arretratezza anche culturale del nostro calcio come dimostrano l’indegna gazzarra di Torino e l’avvilente faida milanista nella domenica dell’addio di Paolo Maldini.
La scelta di Roma come teatro della sfida amplifica ovviamente le frustrazioni e i rimpianti. In Europa anche la più qualificata delle nostre squadre (l’Inter) è sembrata figlia di un dio minore. Per farsi strada in Europa servono coraggio, altruismo e fantasia, come nella leva calcistica della classe ’68 di Francesco De Gregori. Per molte stagioni il Milan berlusconiano ha avuto coraggio e fantasia, diventando il punto di riferimento del calcio italiano all’estero: ora, usurati nei meccanismi vitali del loro gioco, pure i rossoneri guardano con invidia allo stadio Olimpico, Messi contro Cristiano Ronaldo, che sarà anche un modo riduttivo di sintetizzare l’evento ma che di certo rappresenta il senso più autentico di questa che è la migliore delle finali possibili.
Barcellona e Manchester United, 5 Coppe dei Campioni complessive, sono la prova provata di come si possa fare calcio propositivo partendo dai universi opposti. I Red Devils, i diavoli rossi, rinnovano da quasi un quarto di secolo la leggenda del santo allenatore: Alex Ferguson, divenuto baronetto per meriti calcistici, è infatti un’icona che sta a Manchester come i Beatles stanno alla vicina Liverpool. Il suo calcio è organizzato, metodico, forte e fantasioso. Nel Manchester un grande attaccante come Wayne Rooney fa sovente il difensore.
Il Barcellona, invece, ha fatto piazza pulita dei mostri sacri (Ronaldinho docet) affidando la sua rivoluzione a Pep Guardiola che, rispetto a Ferguson, è come il vino novello al confronto di un robusto barolo. Eppure il ribaltone ha funzionato perché, dopo avere conquistato la Liga e la Coppa del Re, stasera il Barça ha la possibilità di fare bingo, impedendo al Manchester di cogliere la seconda Champions consecutiva.
L’organizzazione difensiva degli inglesi resta inarrivabile per i catalani, figuriamoci ora che a Guardiola mancano tre titolari su quattro nel reparto arretrato. Però la creatività dei solisti d’attacco blaugrana può mandare in tilt qualsiasi tipo di strategia studiata a tavolino. Ecco perché, non fosse una finale e, in quanto tale, caratterizzata dalla circospezione e dal timore di sbagliare la prima mossa, la partita di stasera sarebbe anche il migliore degli spot possibili per il calcio. Il calcio quello vero, non l’immondezzaio che stanno diventando i nostri stadi.
Alberto Costa