Per le amministrative ha votato il 76,70 per cento. Ue, partecipazione al minimo storico. Crescono Idv e Lega, cala Udc. Sinistra radicale fuori da Europarlamento. Affluenza globale al 65% (estero 7%)
MILANO – Il Pdl cresce rispetto alle precedenti Europee ma non realizza lo sfondamento del 40% auspicato alla vigilia del voto, anzi perde rispetto alle precedenti politiche; il Pd perde consensi ma resta vicino alla soglia psicologica del 27% indicata come livello minimo di sopravvivenza. Lega Nord e Italia dei valori in netta crescita, così come l’Udc. Sinistra radicale esclusa anche dal Parlamento europeo dopo essere già scomparsa, con le elezioni politiche di un anno fa, dagli scranni di Camera e Senato. Quando mancano più di 500 sezioni da scrutinare (63.821 su 64.328 sezioni complessive in Italia e all’estero) il Pdl risulta al 35,26%, il Pd al 26,13%, la Lega al 10,20%, l’Idv al 7,99% e l’Udc al 6,51%. L’alleanza di Sinistra europea-Prc-Pdci al 3,38%, Sinistra e libertà-Verdi si è fermata al 3,12%. Entrambe le forze della sinistra radicale, dunque, non superano lo sbarramento del 4% al di sotto del quale non si conquista alcun seggio per l’Assemblea di Strasburgo e Bruxelles. Stessa sorte per i radicali, che si fermano al 2,42% e per gli autonomisti del Pda insieme a Pensionati e La Destra, al 2,22%. Tutti gli altri partiti sono sotto l’uno percento. Sulla base di questi dati, il Pdl potrebbe contare su 29 eurodeputati, il Pd su 22. La Lega potrebbe portare all’Europarlamento 8 eletti, l’Idv 7, l’Udc 5.
LE REAZIONI – Seppure con tutte le cautele del caso, nell’attesa dei risultati definitivi, le forze politiche hanno già iniziato a dare le valutazioni del caso. Mentre il Pdl cerca di minimizzare sul proprio risultato al di sotto delle aspettative, facendo notare il maggiore calo percentuale registrato dal Pd e recriminando sul forte astensionismo, nel fronte dell’opposizione va registrata la forte esultanza dell’Italia dei valori. Altamente soddisfatta la Lega, che ritiene di aver avuto consensi soprattutto per la battaglia contro i clandestini. Casini, invece, legge nel risultato del voto un rifiuto del bipartitismo da parte degli elettori. Le sinistre divise sono rimaste fuori dall’Europa. Ferrero infatti parla di una «scissione di troppo». I radicali, infine, lamentano la loro sostanziale assenza nei programmi incormativi della tv pubblica e si rendono protagonisti di una lite in diretta con Bruno Vespa durante lo speciale di Porta a Porta.
L’AFFLUENZA – Quello che è già certo è che si accentua il calo dell’affluenza alle urne. Complessivamente, su scala europea, si è raggiunto il minimo storico del 43,02%: nel 2004 la partecipazione era stata del 45,47 per cento. Ma seppure con numeri più incoraggianti, l’affluenza è in calo anche in Italia: 65,04% degli elettori alle urne (66,46% in Italia, e solo il 7,1% all’estero) rispetto al 73,9% delle europee del 2004, con un calo quindi dell’8,87% dei votanti, un record se si guarda all’affluenza media del continente, ma un primato «in negativo» per le consuetudini della penisola. Anche in questa tornata elettorale «si conferma la maggiore affluenza nelle circoscrizioni del nordovest con il 72,75%, nordest con il 71,89% e centro con il 72,13%». Lo ha detto il ministro dell’interno, Roberto Maroni, commentando dati non ancora del tutto definitivi. Si registra invece «un’affluenza più bassa nell’Italia meridionale (64,21%), molto molto bassa – ha proseguito – nell’Italia insulare (47,33% contro 64,75% delle precedenti elezioni europee)». Il ministro dell’interno ha poi sottolineato che «quest’anno per la prima volta tutti i dati sono on-line e quindi anche quelli relativi all’affluenza sono aggiornati in tempo reale e possono essere consultati da tutti».
AMMINISTRATIVE – Invece l’affluenza alle urne per il rinnovo delle amministrazioni comunali è stata del 76,70 per cento, contro il 79,33 per cento della precedente consultazione. Il dato finale del ministero dell’Interno indica un calo del numero dei votanti di -2,63 per cento.
TUTTO REGOLARE – «Le operazioni di voto si sono svolte regolarmente, non ci sono stati incidenti rilevanti di nessun tipo». Lo ha detto al Viminale il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. «Anche gli scrutini procedono regolarmente», ha aggiunto. «Le operazioni di voto si sono svolte regolarmente, non ci sono stati incidenti rilevanti di nessun tipo». Ai seggi, aperti dalle 7 (sabato si è votato dalle 15 alle 22), gli elettori italiani si sono recati per scegliere i 72 componenti del Parlamento europeo spettanti all’Italia, i presidenti e i consigli di 62 Province e i sindaci e di consigli di 4.281 Comuni (di cui 30 capoluogo). Per le Europee sono stati chiamati al voto in Italia oltre 49 milioni di elettori, mentre le elezioni amministrative interessano quasi 33 milioni e mezzo di elettori.
REAZIONI
LITE TRA GASPARRI E UNA CRONISTA DEll’UNITA’. La Russa: «Puniti dall’astensionismo».Il coordinatore del Pdl: «Berlusconi? In Veneto ha fatto campagna per la Lega. Ha esagerato»
ROMA – Il Pdl potrebbe essere stato punito dalla bassa affluenza alle urne al Sud e nelle isole e nel Veneto finisce di un punto avanti alla Lega (29,33% contro 28,38%, con la Lega però davanti in quattro province su sette: Verona, Vicenza, Treviso e Belluno). Se vengono confermati questi dati il «Pdl perde due punti rispetto alle politiche, quasi integralmente pareggiati dall’aumento della Lega. Berlusconi negli ultimi giorni ha fatto campagna per il Pdl e per la Lega, facendo anche arrabbiare i nostri in Veneto». Lo dice Ignazio La Russa a «Porta a porta». Se i dati venissero confermati, spiega il coordinatore del Pdl «bisognerebbe leggere come mai abbiamo avuto meno voti rispetto alle previsioni. La mia spiegazione arriva dalle parole del ministro dell’Interno sull’affluenza: ha votato il 67% italiani, che non è egualmente distribuito. Bene al nord e al centro, insufficiente al sud e catastrofico in Sicilia e Sardegna», dove ha votato la metà delle persone che hanno votato alle politiche. «Questo costa al Pdl due punti in percentuale», sottolinea il ministro della Difesa. «L’abbassamento generale e in particolare al sud e alle isole spiega il risultato. Il Pdl sta andando male rispetto ai sondaggi e alle previsioni, ma se si fanno i paragoni con i dati reali sono soddisfatto».
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(Denis Verdini (Jpeg) |
VERDINI – «L’astensionismo del Sud potrebbe averci punito», lo conferma anche Denis Verdini, coordinatore del Pdl commentando nella sede del Pdl a Via dell’Umiltà le proiezioni sui risultati delle elezioni europee. «I dati non sono negativi – aggiunge – ma non è quello che ci aspettavamo». A proposito del risultato della Lega, il coordinatore del Pdl aggiunge: «Questo avanzamento del Carroccio non è così eclatante. Comunque aspettiamo, i dati sono ancora parziali. Una delusione il 35%? Non parlerei di delusione, anche perché lo stacco tra governo e opposizione probabilmente crescerà». A chi gli chiede un commento sul distacco dal Pd, il coordinatore del Pdl risponde: «i dati confermano che la politica del Governo viene premiata e c’è un divario con l’opposizione. Bisogna comunque aspettare perchè le proiezioni danno dei dati differenti». Ai cronisti che gli chiedono se sia deludente non raggiungere il 40% Verdini aggiunge: «se guardiamo i dati di adesso siamo distanti ma stiamo parlando di una proiezione del 5% non è un punto di vista attendibile. Dobbiamo aspettare ancora»
GASPARRI – Anche il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri invita alla calma: «Aspettiamo i dati definitivi. Ma se questi fossero i dati, sarebbe una catastrofe totale del centrosinistra e qualcuno stasera dovrebbe lasciare l’incarico». Ma che serpeggia un certo nervosismo tra le file del Pdl lo conferma poi una battuta di Gasparri a una cronista de L’Unità: «Ma stia zitta, ancora con queste domande, vada a fare il funerale a Franceschini…». Intanto continua l’attesa al quartier generale del partito: a via dell’Umiltà sono riuniti il sottosegretario e portavoce del premier Paolo Bonaiuti, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno e il coordinatore nazionale del partito, Denis Verdini. La sala stampa è gremita di cronisti e telecamere in attesa che i primi esponenti del Popolo della Libertà scendano a dichiarare.
L’EX PM: «ORA NON BISOGNA PERDERE TEMPO». Di Pietro : raddoppiati i consensi. Il leader Idv: «Da domani siamo alternativa al governo Berlusconi che per noi resta fascista, piduista e razzista»
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Antonio Di Pietro (Emblema) |
ROMA – L’Italia dei valori raddoppia i consensi. E il suo leader Antonio Di Pietro prima esulta e poi attacca la maggioranza di governo.
IL COMMENTO – «È indubbio che il risultato indica che Italia dei Valori sta dalla parte dei cittadini perchè abbiamo raddoppiato i nostri risultati» spiega Di Pietro le prime proiezioni. «Ma io – prosegue il leader dell’Idv – mi proietto già verso il domani. Da domani non saremo più parte dell’opposizione ma della alternativa al governo Berlusconi che per noi resta fascista, piduista e razzista». L’ex pm si dice sicuro «che ci sono le condizioni per costruire l’alternativa: vedremo con quale partito e con quali uomini. Sentiamo – sottolinea Di Pietro – la responsabilità di non perdere tempo per essere i cofondatori di una nuova coalizione».
VIA IL NOME – «Italia dei Valori che ha raddoppiato i consensi rispetto alle ultime politiche e quasi quadruplicato quelli rispetto alle precedenti europee non è più un partito personale ma dimostra di essere un partito popolare pronto a costruire l’alternativa al modello di governo berlusconiano. E il 22 giugno prossimo l’esecutivo nazionale deciderà di togliere il mio nome di fondatore dal simbolo allo scopo di favorire la costruzione di un nuovo partito su base universale» conclude Di Pietro.
Cota: «Il voto della Lega è la vittoria della linea Maroni sui clandestini». Il viceministro Roberto Castelli: «Il risultato del voto? Nel governo non cambia niente»
Roberto Cota (Newpress) |
ROMA – «Siamo soddisfatti. Dalle proiezioni emerge un dato molto positivo: il raddoppio rispetto alle precedenti elezioni europee e una crescita rispetto alle Politiche dell’anno scorso». Così il capogruppo alla Camera della Lega Nord, Roberto Cota, commenta con il quotidiano online Affaritaliani.it i primi risultati delle elezioni europee. «Questi dati corrispondono a quelli che ci arrivano attraverso i nostri militanti nei seggi. In Europa faremo un’azione decisa per il no all’ingresso della Turchia in Europa – aggiunge -, perché ha un sistema culturale e produttivo completamente diverso rispetto al nostro e perchè è un pericolo per la nostra identità. Il voto è anche un premio per l’azione di contrasto all’immigrazione clandestina e un sostegno all’operato del ministro Maroni. Anche l’Unione Europea ora dovrà muoversi in modo deciso per fermare l’immigrazione clandestina».
CASTELLI – «Il risultato del voto? Nel governo non cambia niente» ha detto il viceministro Roberto Castelli rispondendo a una domande dei giornalisti che gli chiedevano se il risultato del voto che si sta delineando possa avere degli effetti sul governo italiano. Castelli ha così ribadito il concetto espresso nel pomeriggio di domenica dal leader della Lega Umberto Bossi il quale aveva detto che all’indomani del voto non sarebbe cambiato nulla nel governo.
Casini: «Dura lezione al bipartitismo». Il leader dell’Udc: «Il governo non è in discussione, continuerà»
Pierferdinando Casini e Azzurra Caltagirone escono dal seggio elettorale Elezioni Europee (Eidon) |
ROMA – «Se i risultati saranno confermati noi siamo stati premiati e il bipartitismo, che non c’è, ha avuto una dura lezione». È il commento del presidente dei deputati Udc Pier Ferdinando Casini, dopo le ultime proiezioni del voto europeo. «Quello che è successo a Lega e Idv -osserva- sta nel novero delle cose. Di Pietro ha giocato togliendo voti al Pd e la Lega è l’alleato ideale. Chi vota Lega al nord, infatti, vota per un partito di protesta e di governo. Ecco perché si è gonfiato». «Se saremo confermati -ribadisce Casini- siamo contenti perché avevamo chiesto un voto in più per capire se la nostra sfida, considerata da alcuni, e non a torto temeraria, aveva le gambe per andare avanti e se questo Partito della nazione che abbiamo in progetto di fare può avere una prospettiva futura».
FUORI DAI BLOCCHI – Per Casini, si tratta di un risultato tanto più «soddisfacente» perchè la campagna elettorale è stata fatta «senza potere locale, senza potere nazionale e in una condizione in cui il partito si trova fuori dai due blocchi». Il presidente dei deputati dell’Udc evidenzia inoltre che i dati finora disponibili mostrano che c’è «un 15% di elettori che non ha rappresentanza». Il Pd e il Pdl -fa notare- hanno il 60% e quindi non è il caso di continuare a parlare di bipartitismo. Il Pdl paga -prosegue nella sua analisi Casini- la scelta di avere individuato nella Lega un alleato privilegiato ed esclusivo. Noi abbiamo parlato di problemi reali degli italiani con serietà, costanza e in modo silenzioso. Non abbiamo parlato di veline, di gossip o di problemi giudiziari di Berlusconi ma abbiamo parlato dei problemi degli italiani«. Se i dati si confermano, «siamo stati premiati» e perciò «siamo sereni, addirittura contenti, è un dato soddisfacente». Non nasconde la sua soddisfazione il presidente dell’Udc Pierferdinando Casini che, in collegamento con Porta a Porta, richiama a una lettura politica del voto: «Il bipartitismo che non c’è, ha avuto una dura lezione». Detto questo, a giudizio dell’esponente centrista «il governo non è in discussione, continuerà».
CON IL PDL – E i rapporti con il Pdl nei prossimi mesi? «Sconti non ne facciamo a nessuno – dice il leader Udc -. È importante essere seri con gli impegni con gli elettori».
Polemica sull’informazione sulla lista Bonino data dalla Tv pubblica. Spazi in tv, lite in diretta radicali-Vespa. Cappato: «Se fosse per Porta a Porta saremmo allo 0%». Il conduttore: «Non è vero, avete avuto il 7,1% di spazi»
ROMA – I radicali sono dati nelle proiezioni al 3%, ma «fosse stato per Vespa o per Porta a porta potevamo andare tranquillamente sotto lo zero per cento». L’europarlamentare uscente Marco Cappato, in collegamento con la trasmissione di Raiuno attacca a testa bassa Bruno Vespa per lo spazio che la tv pubblica ha riservato al partito radicale in campagna elettorale.
LA REPLICA DI VESPA – Pronta la replica del conduttore, che ricorda: «I dati pubblicati indicano che nelle trasmissioni di approfondimento della Rai il partito radicale ha avuto il 7,1%. Questi sono i dati, tutto il resto sono menzogne», sottolinea Vespa. L’europarlamentare radicale replica pronto, accusando Vespa di dire «cosa false». «I dati di cui parla riguardano il periodo immediatamente successivo alle condanne dell’autorità garante», incalza Cappato. Vespa di rimando assicura di non aver ricevuto alcuna condanna dall’authority.