Il premio potrà essere incassato ogni mese. Sfida a 4 per la nuova concessione. La novità sarà lanciata nei prossimi mesi. Quest’anno la vendita di biglietti supererà i 10 miliardi
Si festeggia davanti ad un bar a Morbegno (So) per una vincita milionaria al gratta e vinci (Sandonini) |
ROMA — Le grandi manovre sono cominciate da qualche settimana. Non è una sorpresa perché il piatto fa gola a tanti: nel ricco panorama dell’azzardo di Stato il Gratta e vinci è il gioco che tira di più, cresciuto nel 2008 quasi del 17 per cento rispetto all’anno precedente. E il futuro si annuncia ancora più interessante. Nei prossimi mesi dovrebbe essere lanciato, sul modello inglese, il Gratta e vinci vitalizio: chi trova la combinazione giusta incasserà un tot al mese fino alla fine dei suoi giorni. Una miniera d’oro per i (pochissimi) fortunati. Ma soprattutto, visto il probabile boom di vendite, per chi tiene il banco. Ecco, il banco. Fino a maggio 2010 la concessione è affidata in esclusiva al Consorzio lotterie, controllato da Lottomatica. Ma sono almeno tre i gruppi che vorrebbero metterci le mani sopra: la Sisal (che già gestisce il Superenalotto) la Snai (scommesse e altro) ed i greci di Intralot. Già tre mesi fa, quando le acque hanno cominciato ad incresparsi, Lottomatica ha scritto ai Monopoli di Stato per chiedere di rinnovare la concessione partita nel 2004. Una possibilità prevista dal contratto iniziale. Solo che due anni dopo l’Italia ha recepito la norma comunitaria che vieta il rinnovo automatico dei contratti pubblici.
Ed è proprio a questo chiodo che i tre gruppi concorrenti agganciano la richiesta di una nuova gara: tutti ai nastri di partenza e che vinca il migliore. Il caso è arrivato fino a Bruxelles dove il commissario alla Concorrenza, Charles McCreevy, ha dato un colpo al cerchio ed una alla botte: no alle proroghe automatiche «a meno che questa possibilità non sia prevista nella gara originaria ». Il ministero dell’Economia, che controlla i Monopoli, teme però che in caso di rinnovo Bruxelles possa aprire una procedura d’infrazione. E per stare sicuro ha chiesto un parere al Consiglio di Stato. Ma anche questo passo non è servito a chiarire tutti i dubbi. In un documento di dodici pagine trasmesso nei giorni scorsi al ministero dell’Economia, il Consiglio di Stato sostiene che tutte le strade restano possibili: sono i Monopoli di Stato che devono decidere se lasciare il Gratta e vinci nelle mani di Lottomatica oppure procedere ad una nuova gara. Visti gli accordi iniziali e le nuove regole sulla concorrenza arrivate via Bruxelles, il rinnovo chiesto da Lottomatica non è un «vero e proprio diritto» ma una «legittima aspettativa». In ogni caso se proroga sarà, scrive sempre il Consiglio di Stato, la procedura non può essere automatica. Serve un atto motivato che valuti «approfonditamente i risultati della gestione».
Da questo punto di vista Lottomatica può stare tranquilla perché gli affari sono andati più che bene: «Nel 2004 quando è cominciata la loro gestione — ricorda Fabio Felici, direttore di Agicos, agenzia specializzata nel settore dei giochi — il Gratta e vinci raccoglieva solo 527 milioni di euro, quest’anno dovrebbe superare i 10 miliardi. Quasi venti volte tanto». Ma il Consiglio di Stato dice anche che i Monopoli devono valutare se la situazione è «quella più idonea a soddisfare le proprie finalità». E qui si apre un piccolo varco. Perché la finalità dei Monopoli è quella di portare soldi nelle casse dello Stato, e i tre gruppi concorrenti sostengono che aprendo il gioco ad altri operatori lo Stato guadagnerebbe ancora di più. Per questo non è da escludere il compromesso storico: il gioco resterebbe nelle mani di Lottomatica per altri sei anni non rinnovabili, ma i tre gruppi concorrenti potrebbero guadagnare il diritto a vendere i biglietti. Basterà a placare l’ansia degli sfidanti, pronti a ricorsi, diffide e ingiunzioni di vario tipo? Forse no. Sisal contava così tanto sul Gratta e vinci da aver strappato a Lottomatica, pochi mesi fa, il suo uomo più esperto nel settore.
Lorenzo Salvia