Obama: «Dopo elezioni, possibili nuove relazioni con Teheran». I pasdaran nelle strade della capitale. Alta affluenza: seggi chiusi 6 ore dopo. Opposizione denuncia brogli
Il presidente uscente Mahmoud Ahmadinejad all’uscita dal seggio (Reuters)
TEHERAN – I pasdaran hanno occupato le strade di Teheran subito dopo l’annuncio dell’agenzia di stampa ufficiale Irna della vittoria del presidente Mahmoud Ahmadinejad al primo turno delle elezioni presidenziali in Iran. L’ex primo ministro, il candidato riformista Mir Hossein Mousavi, già prima della chiusura delle urne (l’orario è stato prolungato di sei ore) si è proclamato vincitore con «un notevole margine». Un collaboratore ha parlato del 65%, che renderebbe inutile il ballottaggio. Ma pochi minuti dopo la chiusura dei seggi a mezzanotte (le 21,30 in Italia), l’Irna ha detto l’esatto contrario: «Ha vinto Mahmoud Ahmadinejad». Anche il ministero dell’Interno annuncia: «Con il 35% dei voti scrutinati, Ahmadinejad è accreditato del 69% e Mousavi del 29%». Secondo Agha Mohammadi, ex portavoce del Consiglio supremo di sicurezza nazionale e ancora molto vicino alle stanze del potere iraniano, Ahmadinejad sarà eletto al primo turno con poco più del 50%.
«GOLPE PASDARAN» – Il sito ufficiale di Mousavi ha denunciato che i Guardiani della rivoluzione islamica (pasdaran) «stanno per fare irruzione» nelle sedi del candidato nella capitale. Lo cita la tv saudita al Arabiya, secondo cui altri sostenitori parlano di «golpe dei pasdaran». Al Arabiya ha riferito anche di «grandi raduni dei sostenitori di Mousavi nelle strade di Teheran per festeggiare la vittoria».
Il quarto candidato, l’ex capo storico dei Pasdaran Mohsen Rezaei (Ap)
URNE – L’orario di chiusura dei seggi, inizialmente fissato alle 18, è stato spostato prima alle 22 e poi a mezzanotte (le 21,30 in Italia). «Abbiamo un’affluenza alle urne senza precedenti», aveva dichiarato il capo della commissione elettorale. Il ministro dell’Interno, Sadeq Mahsuli, ha detto che si prevede un’affluenza superiore al 70%, contro il 60% di quattro anni fa, quando salì al potere Ahmadinejad.
OBAMA – A urne aperte, dagli Stati Uniti il presidente Barack Obama aveva fatto sapere che dopo le elezioni «sono possibili nuove relazioni» tra Usa e Iran, «chiunque ne esca vincitore». «Siamo entusiasti nel vedere in Iran ciò che appare un forte dibattito», ha dichiarato Obama. «Dopo il mio discorso al Cairo abbiamo provato a inviare un chiaro messaggio: pensiamo che un cambiamento sia possibile e, in ultima analisi, l’elezioni sono per gli iraniani un’opportunità per decidere».
QUATTRO CANDIDATI – A sfidarsi c’erano quattro candidati: il presidente uscente ultraconservatore Mahmoud Ahmadinejad, l’ex premier riformista Mir Hossein Mousavi, che gode di un grande consenso tra i giovani iraniani, l’ex presidente del Parlamento Mahdi Karroubi e l’ex capo storico dei pasdaran Mohsen Rezaei. Secondo l’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani queste elezioni sono «fra le più importanti e decisive nella storia del Paese» e ha auspicato che non avvengano brogli nei conteggi. «In questa consultazione la gente sente una responsabilità maggiore che in tutte quelle precedenti, e lo ha dimostrato con la sua consapevolezza nelle università, nelle strade e ovunque» ha detto uscendo dal seggio. Rafsanjani, ritenuto uno dei principali sponsor del candidato moderato Mousavi, è stato duramente attaccato con accuse di corruzione da Ahmadinejad. L’ex presidente ha quindi scritto una lettera aperta alla Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, chiedendogli di garantire elezioni «pulite».
MOUSAVI DENUNCIA IRREGOLARITÀ – Ma proprio dallo staff di Mousavi era arrivata la denuncia di irregolarità in diversi seggi elettorali di Teheran, dove non avevano avuto accesso gli osservatori. Sembra infatti che molti dei delegati di Mousavi e di Karroubi non abbiano potuto esercitare le proprie funzioni. Inoltre pare che «la commissione elettorale abbia stampato oltre 7 milioni di schede elettorali in più del necessario». C’è stato anche un attacco contro la sede elettorale di Mousavi, a Teheran: un gruppo di persone ha lanciato dei fumogeni seminando il panico tra i presenti, nessuno è rimasto ferito.
«OSCURATI SITI INTERNET» – Un’altra denuncia era giunta dalla radio indipendente Radiozamaneh: «Cinque siti che durante la campagna elettorale avevano sostenuto la candidatura di Mousavi sono stati oscurati dal governo iraniano. Anche un sito vicino a Karroubi è stato censurato». Sia Mousavi che Karroubi negli ultimi giorni avevano chiesto di garantire la libertà d’informazione anche durante la giornata del voto. Altri media indipendenti hanno denunciato il fatto che da giovedì sera il servizio di sms non è più funzionante in tutto il Paese.