Tre corpi sono stati finora recuperati dalle acque del fiume. I cinque turisti erano sull’elicottero precipitato dopo lo scontro con il Piper. La Farnesina attiva una task force
NEW YORK – Erano tutti originari del Bolognese i cinque turisti italiani morti nel disastro aereo avvenuto sabato alle 18 (ora italiana) nel cielo di New York, sopra il fiume Hudson. Sono Tiziana Pedrone, Fabio e Giacomo Gallazzi (madre, padre e figlio di 45, 49 e 16 anni), Michele e Filippo Norelli (padre e figlio, di 52 e 17 anni). Erano a bordo dell’elicottero da turismo che si è scontrato con un Piper su cui viaggiavano due adulti e un bambino: in totale le vittime della tragedia sono 9. Finora sono stati recuperati tre corpi, due adulti e un bambino: le ricerche, sospese per la notte, sono riprese all’alba ed è stato individuato un quarto corpo. I tre corpi recuperati appartengono agli occupanti del Piper: sono il piccolo Brett Altman, nipote del pilota, Steven Altman, e figlio di Daniel, l’altro passeggero del piccolo aereo decollato dal New Jersey poco prima della collisione.
NESSUNO SUPERSTITE – Il sindaco di New York Michael Bloomberg ha escluso fin da subito la possibilità che vi siano sopravvissuti e ha detto che le operazioni sono rese complicate dalla fuoriuscita di carburante che rende scarsa la visibilità. La Farnesina, che già sabato sera aveva confermato la presenza di italiani a bordo dell’elicottero, ha attivato una task force presso il consolato italiano a New York e richiamato i funzionari dell’ambasciata di Washington. I familiari delle vittime italiane hanno raggiunto in serata l’ufficio del medico legale per le pratiche di identificazione.
I CINQUE ITALIANI – Il gruppo di bolognesi aveva raggiunto gli Stati Uniti il 4 agosto, via Amsterdam, e avrebbe dovuto fare ritorno a Bologna il 12. Una donna si è salvata perché temeva quel volo e non è salita sull’elicottero: è Silvia Rigamonti, moglie di Michele Norelli e madre di Filippo. È salvo anche un altro figlio, Davide Norelli, che avrebbe raggiunto la famiglia a New York i prossimi giorni. Anche Tiziana Pedrone, prima di raggiungere gli Stati Uniti, aveva detto che aveva paura di volare in elicottero, ma evidentemente aveva cambiato idea. La donna è moglie di Fabio Gallazzi e madre di Giacomo, che frequentava il liceo scientifico. Anche Filippo Norelli frequentava il liceo scientifico, ma in un altro istituto. I Norelli abitavano a Trebbo di Reno, frazione di Castel Maggiore, grosso comune alle porte nord di Bologna, i Gallazzi a San Lazzaro di Savena.
DUBBI SUL VOLO – A New York il gruppo era stato raggiunto da un cugino dei Norelli, Vittorio, che domenica avrebbe dovuto ripetere il sorvolo turistico in elicottero su Manhattan. Tutti i bolognesi avevano prenotato da Bologna, 130 euro il costo a persona del volo, ed erano divisi tra gli entusiasti e i timorosi. Ne avevano parlato ai primi di agosto insieme ad altri amici che non sono andati a New York. Fabio Gallazzi e Michele Norelli erano entrambi imprenditori. Gallazzi aveva una ditta di rappresentanza di prodotti per aziende metalmeccaniche, Norelli era titolare della Quadreria di via Zanardi a Bologna, un negozio che produce cornici e vende prodotti per l’arredamento. Insieme alla sorella Amalia, che gestisce la Quadreria di via Mazzini, era contitolare di un negozio dallo stesso nome nel Centro Borgo, un grande centro commerciale di via Lame. Silvia Rigamonti, moglie di Michele Norelli, è insegnante, Tiziana Pedrone era casalinga. New York era una delle città preferite dal giovane Filippo Norelli. Lo scriveva nella sua pagina personale sul social network Netlog. Nato il 29 novembre ’92, studente al liceo scientifico Sabin, Filippo si definiva single, in cerca di amicizie o di una relazione. In rete con il nick “vroom_92”, si definiva appassionato di tecnologie, auto (soprattutto sportive), amici, musica e sport, con una passione per il Milan che lo aveva portato a inserire nella sua pagina Internet una foto di Kakà. Oltre a New York, Filippo scriveva di amare Barcellona, Madrid, Londra e Lisbona. Tra i suoi amici con la passione comune del web c’era proprio Giacomo Gallazzi.
SALVI UNA ROMANA E IL FIGLIO – Si è salvata Paola Casali, romana di 42 anni, che aveva prenotato il tour sull’elicottero precipitato per sé e il figlio Lorenzo, 13 anni, ma è arrivata tardi all’eliporto sulla 30esima strada. Mentre i due aspettavano l’elicottero successivo si è diffusa la notizia del disastro. «Sono confusa, ma penso di essere stata molto fortunata» ha detto la donna al New York Times «Oggi per me comincia una nuova vita». Sabato il figlio le aveva detto che era preoccupato e che aveva paura di volare. «Lorenzo avrebbe voluto fermarsi in uno Starbucks, ma lei le aveva detto che il tour era perfettamente sicuro perchè l’aveva fatto sei anni fa».
DINAMICA DELL’INCIDENTE – Il Piper PA-32 era decollato dall’aeroporto di Teterboro, in New Jersey, ed era diretto a Ocean City, sempre in New Jersey. L’elicottero, un Eurocopter AS 350, si era da poco alzato da un eliporto sulla West Side di Manhattan e appartiene alla Liberty Tours, una compagnia di volo charter da turismo che gestisce escursioni sopra la Statua della Libertà, a Ellis Island e Manhattan, con prezzi che vanno dai 130 ai mille dollari. In 12 anni la compagnia ha registrato altri due incidenti. Un testimone ha detto che l’elicottero «è precipitato come un sasso», mentre l’aereo ha perso un’ala. Da una foto scattata da testimoni e diffusa dalla Fox si evince infatti che l’Eurocopter ha perso il controllo dopo essere stato colpito, probabilmente nella parte posteriore, da un’ala del Piper. Nell’immagine si vedono i due velivoli ancora in volo, ma privi di controllo: l’elicottero è senza il piccolo rotore posteriore, il Piper è senza l’ala destra. Altri testimoni hanno poi detto che l’elicottero è precipitato in verticale mentre l’aereo ha proseguito il suo volo cadendo nel fiume, ad alcune centinaia di distanza. Sette mesi fa, l’Hudson fu teatro di un incidente aereo che si concluse senza vittime: a gennaio un Airbus A320 della Us Airways decollato dall’aeroporto LaGuardia di New York ha effettuato un atterraggio di emergenza nel fiume in seguito a un bird strike, cioè l’urto con uno stormo di volatili. Tutti salvi i 155 passeggeri a bordo.




