Uccisi padre, madre e figlio (i Gallazzi), mentre la moglie di Michele Norelli è rimasta a terra: temeva quel volo. Salvi una romana di 42 anni e il figlio di 13: sono arrivati tardi in eliporto
MILANO – Due famiglie distrutte nel disastro aereo sul fiume Hudson, a New York. Le cinque vittime italiane sono Tiziana Pedrone, Fabio e Giacomo Gallazzi (madre, padre e figlio di 45, 49 e 16 anni), Michele e Filippo Norelli (padre e figlio, di 52 e 16 anni). Tutti della provincia di Bologna.
SALVA UNA DONNA – Il gruppo aveva raggiunto gli Stati Uniti il 4 agosto, via Amsterdam, e avrebbe dovuto tornare in Italia il 12. Una donna si è salvata perché temeva quel volo e quindi non è salita sull’elicottero della Liberty Tours: è Silvia Rigamonti, moglie di Michele Norelli e madre di Filippo. Salvo anche un altro figlio della coppia, Davide, che sarebbe andato a New York con la fidanzata a settembre. Anche Tiziana Pedrone, moglie di Fabio Gallazzi e madre di Giacomo, aveva espresso dei timori circa il tour in elicottero. I Norelli abitavano a Trebbo di Reno, frazione di Castel Maggiore, grosso comune al nord di Bologna, i Gallazzi a San Lazzaro di Savena, a est del capoluogo.
DUBBI SUL VOLO – A New York il gruppo era stato raggiunto da un cugino dei Norelli, Vittorio, che domenica avrebbe dovuto ripetere il sorvolo turistico in elicottero su Manhattan. Tutti i bolognesi avevano prenotato da Bologna, 130 euro il costo a persona del volo, ed erano divisi tra gli entusiasti e i timorosi. Il viaggio a New York, per i Norelli, aveva un significato molto particolare, dato che la coppia festeggiava il 25esimo anniversario del matrimonio. La vacanza era un regalo della sorella di Michele. Le famiglie Norelli e Gallazzi erano legate da profonda amicizia. Qualche sera prima di partire, avevano cenato con degli amici e in quell’occasione avevano parlato del soggiorno a New York e anche del volo in elicottero, su cui le due donne avevano espresso apprensione. Entrambe avevano detto che volevano rinunciare, ma alla fine Tiziana Pedrone ha cambiato idea.
IL FIGLIO SUPERSTITE – L’altro figlio dei Norelli, Davide, studente universitario di 23 anni, ha saputo dell’incidente sabato sera guardando la tv. Subito ha telefonato alla mamma, Silvia, che gli ha dato la tragica notizia. Ha raccontarlo sono stati due suoi amici: Davide a cena a casa loro, insieme ad altri amici. «Abbiamo sentito in tv che c’era stato un incidente a New York – ha raccontato Sara al telefono – e ho visto Davide telefonare. Poi ci ha detto cosa era successo ai suoi». Il 23enne ha raccontato di aver accompagnato i familiari in aeroporto, lunedì all’alba: «L’aereo non poteva viaggiare a quota così bassa – si sfoga -. Non è possibile che sui cieli di New York volino miliardi di aerei, dopo l’11 settembre in America non è migliorato niente. Il viaggio in elicottero lo hanno prenotato da qui – aggiunge -. Mio fratello aveva paura dell’elicottero ma voleva andarci e mio padre soffre di vertigini ma ci teneva molto a quel volo. La mamma aveva paura e perciò non è salita sull’elicottero. Non so se ha visto la scena dell’incidente, ma presumo di sì». Sarà un parente che vive in Canada a fare il riconoscimento ufficiale dei corpi di Michele Norelli e del figlio Filippo. Silvia Rigamonti ha spiegato al figlio Davide che l’ambasciata italiana negli Usa sta organizzando il rientro dei superstiti e che dunque la procedura sarà affidata al congiunto, anche se probabilmente non sarà possibile l’identificazione visiva dei corpi e sarà necessario ricorrere all’esame del Dna e delle impronte dentali.
IMPRENDITORI – Fabio Gallazzi e Michele Norelli erano entrambi imprenditori. Gallazzi lavorava in un’azienda di rappresentanza di macchine utensili e ferramenta, la Lucchi e Gallazzi Srl, con sede a Casalecchio di Reno. Norelli era titolare della Quadreria di via Zanardi a Bologna, un negozio che produce cornici e vende prodotti per l’arredamento. Insieme alla sorella Amalia, che gestisce un’altra Quadreria di via Mazzini, era contitolare di un negozio dallo stesso nome nel Centro Borgo, un grande centro commerciale di via Lame. Silvia Rigamonti, moglie di Michele Norelli, è insegnante, Tiziana Pedrone era casalinga. I due ragazzi, Filippo e Giacomo, frequentavano il liceo scientifico in due istituti diversi.
I DUE RAGAZZI – New York era una delle città preferite di Filippo Norelli. Lo scriveva nella sua pagina personale sul social network Netlog. Nato il 29 novembre ’92, studente al liceo scientifico Sabin, Filippo si definiva single, in cerca di amicizie o di una relazione. In rete con il nick “vroom_92”, si definiva appassionato di tecnologie, auto (soprattutto sportive), amici, musica e sport, con una passione per il Milan che lo aveva portato a inserire nella sua pagina Internet una foto di Kakà. Oltre a New York, Filippo scriveva di amare Barcellona, Madrid, Londra e Lisbona. Tra i suoi amici con la passione comune del web c’era proprio Giacomo Gallazzi.
PROMESSA DEL BASKET – Questi era una giovane promessa della pallacanestro. Giocava in una squadra di San Lazzaro di Savena, il grosso comune alle porte di Bologna dove abitava con la famiglia. Secondo il suo allenatore, Roberto Rocca, «il basket era la sua passione perché aveva una struttura fisica adatta per questo sport». Giacomo era alto 1.90 e giocava come ala nella prima formazione degli under 17 della BSL, in una squadra di ragazzi di un anno più grandi. «L’anno scorso aveva anche imparato a schiacciare e dopo ogni allenamento si fermava in palestra per provare» ha aggiunto Rocca, sottolineando che «per lui il basket non era routine, era un ragazzo istintivo, gioviale e sempre sorridente». Rocca ha anche avuto un ricordo per i suo genitori, «una famiglia col sorriso»: «L’anno scorso, quando Giacomo ha passato un momento difficile perché giocava poco, loro gli sono stati vicino dicendogli le parole giuste».
RITARDO DECISIVO – Si è invece salvata Paola Casali, romana di 42 anni, che aveva prenotato il tour sull’elicottero precipitato per sé e il figlio Lorenzo, 13 anni, ma è arrivata tardi all’eliporto sulla 30esima strada. Mentre i due aspettavano l’elicottero successivo si è diffusa la notizia del disastro. «Sono confusa, ma penso di essere stata molto fortunata – ha detto la donna al New York Times -. Oggi per me comincia una nuova vita». Sabato il figlio le aveva detto che era preoccupato e che aveva paura di volare. «Lorenzo avrebbe voluto fermarsi in uno Starbucks, ma lei le aveva detto che il tour era perfettamente sicuro perchè l’aveva fatto sei anni fa» scrive il quotidiano.