Trovata semiaffondata al largo di Punta della Revellata un’imbarcazione di 18 metri immatricolata a Napoli
La barca affondata in Corsica (Afp) |
AJACCIO (CORSICA) – «Veduevidue», uno strano nome per uno strano naufragio: emergeva soltanto la prua ieri quando il lussuoso yacht italiano è stato rimorchiato nella baia di Calvi, in Corsica, per la gioia degli scatenati con i flash.
IL MISTERO – La barca, immatricolata a Napoli, è diventata un’attrazione e un mistero: un naufragio ma nessuno a bordo, nè denunce di furto, sparizione o aggressione. Sul davanti dello scafo, fori che sembrano di proiettile. Tutte le ipotesi sono ancora aperte sul mistero dello yacht, un 18 metri che negli ultimi giorni era stato ancorato proprio nella baia di Calvi. Venerdì mattina, alcune barche di turisti che si trovano a circa 6 miglia dalle coste della punta della Revellata hanno segnalato uno yacht che sembrava in grossa difficoltà ed era prossimo ad affondare. È stata una vedetta francese, la ‘Pepita’, a dare l’allarme ai guardacoste, che hanno fatto intervenire gli uomini di Cross-med, l’organizzazione che coordina le operazioni di soccorso ai naufraghi nel Mediterraneo. Dopo pochi minuti arrivano sul posto due vedette, una dei soccorritori della Snsm (salvataggio in mare) e una della gendarmeria, la ‘Jonquille’.
IL RECUPERO – A bordo, nessuna traccia di equipaggio o passeggeri, niente neppure nei dintorni. I sommozzatori scendono in mare con cautela ma hanno grandi difficoltà – mentre lo yacht minaccia di inabissarsi verso fondali profondi un migliaio di metri – ad avventurarsi nell’interno dell’imbarcazione, ormai pieno d’acqua. In breve, si decide di ricorrere al rimorchiatore ‘Orca 2’, che arriva da Calvi nel pomeriggio e comincia la difficile operazione di rimorchio, resa difficile dall’oscurità incombente e dal vento. Soltanto prima di mezzanotte, quando ormai è tardi per le indagini, la barca napoletana è assicurata nella baia di Calvi. Ieri, la gendarmeria si mette al lavoro mentre il Veduevidue viene fatto risalire in superficie con palloni galleggianti e gru e assicurato a una boa. Il mistero, però, ancora non è stato svelato: il proprietario è una società italiana che ha immatricolato l’imbarcazione a Napoli ma che non ne ha finora denunciato la perdita. Il pilota dello yacht, anche lui italiano, è sparito e gli inquirenti sembrano cercare piuttosto lui che non un vero e proprio equipaggio. L’uomo sarebbe stato visto in diversi locali di Calvi prima di sparire e l’inchiesta tiene conto delle ipotesi più varie, dalla fuga volontaria al rapimento, senza escludere l’aggressione dall’esterno dello yacht, magari in seguito a una lite. Gli inquirenti studiano alcuni buchi sul davanti dello scafo che assomigliano a fori di proiettile, e riflettono sul fatto che gli oblò erano aperti e manca tutto il materiale radio: dettagli che lasciano pensare a un’aggressione ma non fanno escludere, ad esempio, l’ipotesi di una simulazione magari con l’obiettivo di incassare il premio assicurativo. Ma, in assenza di qualsiasi elemento, tutte le ipotesi sul mistero del ‘Veduevidue’ restano valide (Ansa).