L’eurodeputato del centrodestra parla in napoletano alla seduta d’insediamento di Barroso: ma spiazza tutti, sconcerto all’europarlamento: lo aveva preannunciato alla vigilia
NAPOLI – La lingua ufficiale del Regno di Napoli arriva nel parlamento europeo. È l’europarlamentare del Pdl Enzo Rivellini (ex di An) che, in occasione della seduta convocata per la rielezione alla guida della commissione europea di Jose Manuel Durao Barroso, fa il suo intervento nel dialetto partenopeo, come peraltro aveva già preannunciato alle vigilia.
«Il napoletano è una lingua (ha una grammatica, una letteratura e veniva usata nelle corti d’Europa) e non un semplice dialetto – commenta Rivellini – il mio intervento in napoletano nasce dall’esigenza di porre all’attenzione europea i problemi del Mezzogiorno e perciò ho usato questo mezzo per suscitare l’interesse politico e mediatico di tutta l’Europa sul Sud. Spero che questa iniziativa non venga bollata riduttivamente come folkoristica».
Ma l’intervento di Rivellini ha gettato nello sconforto i traduttori, incapaci di seguire la «performance» dell’eurodeputato del centrodestra. Il politico ha continuato imperterrito nonostante i colleghi con cuffia protestassero per il silenzio dei traduttori: i quali, esperti multilingua, sono rimasti spiazzati di fronte alla necessità di tradurre «’o pata pata ‘e l’acqua» (ovvero una tempesta di pioggia).
Anche se gli è costato un richiamo del presidente dell’assemblea per aver superato il tempo assegnatogli, Rivellini è soddisfatto: «Di aver potuto parlare sia in italiano sia in napoletano per mettere in evidenza le problematiche che investono il Meridione d’Italia e che la commissione Ue guidata da Barroso non può ignorare», commenta.