Domenica si e’ svolta una manifestazione di protesta. Il sindaco Stefano Bruni: la barriera sarà sostituita da paratie mobili. «Avremo l’aiuto della Regione»
MILANO – «Il muro, che era previsto dal progetto, non ci sarà più; verrà abbattuto e sarà interamente sostituito da paratie mobili». Lo ha dichiarato oggi il sindaco di Como Stefano Bruni, sotto assedio nelle ultime ore, insieme all’assessore alle Grandi opere, Fulvio Caradonna, sul caso del muro costruito sul lungolago. «Nei prossimi giorni – ha detto il primo cittadino – saremo in grado di fornire i dettagli tecnici, ma il muro verrà abbattuto. Dovrà essere sostenuto un certo costo, tuttavia la Regione è con noi. Ho parlato questa mattina con Roberto Formigoni e il presidente sostiene questa ipotesi; è questa la priorità».
LA PROTESTA – Sembrerebbe chiudersi, così, la diatriba che ha visto l’intera città sollevarsi contro il primo cittadino del capoluogo lariano per difendere il lungolago, dove da due anni è in costruzione un sistema di paratie mobili anti-esondazione. Il muro «dello scandalo», che domenica ha visto scendere in piazza esponenti politici e comaschi senza bandiera, doveva essere alto 25 centimetri e degradare poi nell’acqua. La barriera di cemento che ha rischiato di mandare a casa la giunta di centrodestra era una variante al progetto originale, compiuta in corso d’opera e priva di apparenti giustificazioni. Il sindaco Bruni, Pdl, ha visto prima montare l’ira dei comaschi con centinaia di email inviate ai giornali locali, poi la manifestazione di piazza per chiederne l’abbattimento e infine l’affondo della Lega nord e di qualche esponente della maggioranza, schierati ufficialmente contro il progetto. Di fronte alla sollevazione popolare, Bruni si è dovuto arrendere: «Niente muro».
L’INCHIESTA – Il sistema anti-esondazione, del costo di 15 milioni di euro, è finanziato dalla Legge Valtellina perché rientra tra le opere giudicate necessarie dopo l’alluvione del 1987. Il pm Simone Pizzotti nei giorni scorsi aveva aperto un fascicolo contro ignoti e disposto l’acquisizione della documentazione relativa al progetto, per accertare eventuali violazioni alle norme edilizie.