Il presidente dell’Associazione magistrati: «Sarebbe un ritorno al passato, a cui ci opporremo». Capezzone: «csm non è terza camera: niente veti preventivi»
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Nicola Mancino (Lapresse) |
AVELLINO – «A chi dice che bisogna fare un doppio Csm io dico che non si può, perchè uno dei due dovrebbe andare sotto al ministero della Giustizia, il che è assurdo. O si è giudici e si è indipendenti, oppure si è qualcos’altro e bisogna vedere che cos’è questo qualcos’altro». Lo ha detto il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, rispondendo a una domanda dell’agenzia Ansa sulla riforma della Giustizia. «Al momento non c’è un testo di riforma – ha detto Mancino a margine di una conferenza organizzata dall’Ordine degli avvocati di Avellino – e quindi non si può esprimere un parere. Ci sono propositi, molti velleitari, molti duttili e prudenti, molti altri non ancora definiti. Quando ci sarà una proposta definitiva, che è nei poteri del Governo formulare, allora noi ci esprimeremo».
RISPETTARE I GIUDICI – «Ci sono troppe polemiche. Un magistrato va giudicato più per quello che scrive che non per quello che s’immagina debba scrivere», ha rinforzato Mancino commentando il caso Mesiano, il giudice della sentenza Fininvest-Cir (nota come lodo Mondadori) pedinato da una troupe di Canale 5. La vicenda sarà esaminata martedì prossimo dalla prima commissione del Csm. «Bisogna rispettare – ha detto Mancino ad Avellino, dove partecipa ad un convegno dell’Ordine degli avvocati – un giudice che fa una sentenza. Se la sentenza non è condivisibile c’è il grado successivo di giudizio».
ANM: «DIFESA A OLTRANZA DELLA COSTITUZIONE» – «Difenderemo a oltranza i valori della Costituzione» ha sottolineato, da canto suo, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, replicando all’iniziativa lanciata dal premier Silvio Berlusconi di procedere a una riforma della giustizia mettendo anche mano alla Costituzione. Parlando con i cronisti a margine dei lavori del Comitato direttivo centrale dell’Anm che si è riunito sabato, Palamara spiega: «Noi diciamo no a una riforma della Carta costituzionale perchè difendiamo l’autonomia della magistratura nell’interesse dei cittadini. Ma dire no alla riforma della Costituzione- sottolinea- non vuol dire no a una riforma della giustizia che renda più veloci i processi». Quanto agli annunci del Governo di procedere a una riforma delle modalità di elezione del Consiglio superiore della magistratura, Palamara dice: «Il nostro obiettivo è garantire l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati, noi abbiamo avviato comunque una seria riflessione di autoriforma della magistratura». Quindi un «no» deciso all’ipotesi di far dipendere i pubblici ministeri dall’esecutivo. «Questo sarebbe un ritorno al passato, a cui ci opporremo».
CAPEZZONE: «CSM NON È LA TERZA CAMERA» – «Sorprende dover constatare che una personalità così esperta e che ha attraversato così tante stagioni e con così rilevanti responsabilità come Nicola Mancino sembri dimenticare che il Csm non è una sorta di terza Camera autorizzata a contendere al Parlamento la definizione e l’approvazione delle riforme in materia di giustizia. E che la contesa inizi prim’ancora che vi siano testi di riforma proposti dal Governo o dal Parlamento rende la situazione ancora più grave e perfino surreale». Così Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, ha commentato le frasi di Nicola Mancino. «È così che il Csm si prepara ai prossimi mesi? Qualcuno pensa di schierare il Csm contro le riforme della giustizia prim’ancora che il processo riformatore sia iniziato? È accettabile che ci siano veti preventivi su testi che non sono ancora stati presentati? E, anche una volta che i testi saranno stati presentati, e poi discussi, e infine approvati, qualcuno pensa che il potere legislativo spetti al Csm in condominio con le Camere? Siamo a questo punto di confusione e di invasione di campo?» ha concluso Capezzone