L’INDAGINE SULLE OPERE DI BONIFICA delle aree a sud di milano. Tra gli arrestati l’imprenditore Grossi e Rosanna Gariboldi, assessore a Pavia e moglie di Abelli (Pdl).
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I lavori nell’are ex Redaelli del quartiere Santa Giulia (Fotogramma) |
MILANO – Cinque ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano sulla bonifica dell’area ex industriale Montecity-Santa Giulia, nella zona sud del capoluogo lombardo, interessata da operazioni immobiliari. Tra gli arrestati nell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Milano figurano l’imprenditore Giuseppe Grossi a capo della Sadi, impresa di bonifiche ambientali per aree ex industriali, accusato di risponde di appropriazione indebita e frode fiscale, e Rosanna Gariboldi, assessore a Pavia e moglie del parlamentare del Pdl, Giancarlo Abelli. La Gariboldi è accusata di riciclaggio. Gli altri tre arrestati sono collaboratori di Grossi. Nel febbraio scorso erano stati stato arrestati, nell’ambito della stessa inchiesta, l’avvocato svizzero Fabrizio Pessina e due ex appartenenti alla Guardia di Finanza, accusati di aver creato fondi neri gonfiando i costi di bonifica dell’area.
LE ACCUSE – Rosanna Gariboldi è accusata di aver ricevuto soldi da conti esteri a Montecarlo “schermati” di Grossi. Nei mesi scorsi, la procura aveva avviato una rogatoria in terra monegasca sul conto dell’assessore. Gli inquirenti avevano individuato un conto corrente a Montecarlo dal quale, nel luglio del 2007, era partito un bonifico su un deposito svizzero gestito da un fiduciario di Grossi per 500.000 euro. Poi, in due tranche, nel marzo e nell’ottobre del 2008, sul conto monegasco erano arrivati complessivamente 632.000 euro da conti esteri «schermati» che per l’accusa facevano riferimento a Grossi. Rosanna Gariboldi aveva dichiarato che le somme non erano altro che la restituzione di un prestito fatto a Grossi, «un amico». Quest’ultimo è indagato dal febbraio scorso quando appunto due suoi collaboratori, gli ex appartenenti alla Guardia di Finanza, Giuseppe Anastasi e Paolo Paqualetti, e l’avvocato svizzero Fabrizio Pessina, erano stati arrestati con l’accusa di aver riciclato all’estero per conto di Grossi 22 milioni di euro sovrafatturati nei costi di bonifica dell’area Santa Giulia.
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