Il Consiglio superiore della magistratura. Se provengono «dal massimo rappresentante del potere esecutivo» costituiscono un grave danno
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(Ansa) |
ROMA – Le dichiarazioni rilasciate in questi mesi dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi contro la magistratura rappresentano un «gravissimo vulnus alla credibilità della giurisdizione», sono «del tutto inaccettabili» e mettono a rischio la stessa democrazia, proprio perché «provenienti dal massimo rappresentante del potere esecutivo». Lo sottolinea la prima commissione del Consiglio superiore della magistratura (Csm) nella pratica a tutela approvata all’unanimità e che mercoledì verrà esaminata dal plenum. «L’assunto di una magistratura requirente e giudicante che persegua finalità diverse da quelle sue proprie e, per di più, volte a sovvertire l’assetto istituzionale democraticamente voluto dai cittadini – si legge nel documento – costituisce la più grave delle accuse e integra, anche per il livello istituzionale da cui tali affermazioni provengono, un’obiettiva e incisiva delegittimazione della funzione giudiziaria nel suo complesso e dei singoli magistrati».
RISPETTO – Deve essere ristabilito «un clima di rispetto dei singoli magistrati e dell’intera magistratura», che è una «condizione imprescindibile di un’ordinata vita democratica», dice la prima commissione del Csm nel «pressante appello» che rivolge «a tutte le istituzioni». «Non è ammissibile una delegittimazione di un’istituzione nei confronti dell’altra, pena – avverte la Commissione – la caduta di credibilità dell’intero assetto costituzionale».
COMMENTI – Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, ha subito commentato la nota della prima commissione del Csm: «C’è da chiedersi se il Csm non si ritenga ormai una “terza Camera”. È assurdo e impensabile nel resto dei Paesi occidentali. A mettere a rischio la democrazia sono proprio coloro che, indossando la toga, parlano come se fossero esponenti di parte o di fazione».