Aerei a terra anche in olanda, germania e francia. Malpensa e Linate operativi per due ore. Poi dietrofront dell’Enac: «Spazio aereo chiuso fino alle 8 di martedì»
MILANO – È durata appena due ore la riapertura dello spazio aereo nel Nord Italia, decisa domenica sera dall’Enac. Dalle nove di lunedì infatti i cieli del Nord sono tornati off-limits. L’Enac ha fatto sapere che non sarà possibile volare fino alle otto di martedì. «Purtroppo gli ultimi due bollettini meteo hanno ribaltato le buone notizie di ieri sera, costringendoci a ordinare la chiusura immediata dei cieli del nord del nostro Paese dalle 9.00» ha spiegato ai microfoni di Rtl il presidente dell’Enac, Vito Riggio, sottolineando anche che i voli partiti dalle sette fino al nuovo stop non hanno avuto alcun problema. «Serve sicurezza», fa sapere l’ente, specificando, attraverso una nota che il nuovo stop ai voli nel Nord è stato assunto in base alle norme internazionali vigenti per la sicurezza del trasporto aereo e delle più recenti disposizioni aeronautiche adottate per fronteggiare l’emergenza determinata dall’attività vulcanica in Islanda, in particolare il «contingency plan» disposto dall’Icao.
LA BREVE RIAPERTURA – In mattinata è stato un aereo della compagnia Air One diretto a Catania il primo volo partito, alle 7.10, dall’aeroporto di Milano Malpensa, subito dopo la breve riapertura dello spazio aereo. Allo scalo milanese di Linate, invece, è stato sempre un aereo per Catania a decollare alle 7.10, ma in questo caso con livrea Alitalia, dando il via alla riapertura dei collegamenti aerei. Ripartita anche se per poco, anche la macchina operativa dello scalo romano di Fiumicino per i voli diretti nel nord Italia. Tra i che hanno aperto gli imbarchi i voli per Linate, Genova e Venezia. Sono tuttavia inevitabili ancora le ripercussioni su voli e passeggeri. Rimangono ancora off limtis, peraltro, i cieli di Belgio, Olanda e Germania. I monitor indicano già per l’intera mattinata ancora numerose cancellazioni, per Londra, Malpensa, Lugano, Copenaghen, Ginevra, Bucarest, Dublino, S.Pietroburgo, Amsterdam, Manchester, Lugano, Praga e Parigi. File assai consistenti dei passeggeri, che cercano di riprenotarsi sui primi voli utili, sia davanti ai banchi Alitalia, ai Terminal 1 e 3, così come dinanzi a quelli Lufthansa e di altre compagnie coinvolte. Notte tranquilla per circa 600 passeggeri al Terminal 2 sulle brandine allestite dalla protezione civile, che, con Adr, ha anche messo a disposizione coperte e generi di conforto.
«SI APRA QUALCHE CORRIDOIO» – Secondo i meteorologi del Met Office britannico, la nube di cenere vulcanica proveniente dall’Islanda potrebbe arrivare in giornata sulle coste orientali del Canada. Nel frattempo, dopo quattro giorni di caos nei cieli a causa della nube vulcanica che si leva dal vulcano islandese, monta la pressione perché si riprenda a volare. Le compagnie aeree chiedono alla Iata , l’associazione internazionale che raggruppa oltre 270 linee aeree del mondo, l’apertura di «almeno qualche corridoio» per consentire alcuni collegamenti e far fronte alla chiusura di numerosi aeroporti a causa della nube di cenere vulcanica islandese. La Iata sottolinea che la chiusura indiscriminata degli spazi aerei europei è stata un errore e mette sotto accusa lo scarso coordinamento dei governi europei in occasione del blocco al traffico aereo continentale dovuto all’eruzione del vulcano islandese. Oltre che quelli nel Nord Italia, restano chiusi gli spazi aerei di Germania, Gran Bretagna, Olanda e Belgio. L’Austria ha deciso invece la riapertura dello spazio aereo, benché sul sito internet dell’aeroporto di Vienna si segnali l’annullamento di moltissimi voli previsti per in giornata. Si vola in Danimarca ma solo al di sopra di una quota di 35.000 piedi. In Finlandia gli aeroporti di Turku e Tampere, chiusi giovedì, saranno riaperti in giornata tra le 12 e le 18 locali (tra le 11 e le 17 in Italia). La Romania, da parte sua, ha riaperto lo spazio aere lunedì mattina due aeroporti dell’ovest del paese, quelli di Timisoara e Arad. On ogni caso, l’interdizione al volo, che ha paralizzato l’Europa, è costata alle compagnie aeree milioni di dollari e ha costretto a terra milioni di passeggeri. La crisi ha avuto un effetto a catena in tutto il mondo, anche al di là dell’Atlantico e in Asia.
«AIUTI ALLE COMPAGNIE» – L’Ue ha detto che la situazione attuale non è sostenibile, anche perché le compagnie aere hanno chiesto una revisione della no-fly zone dopo ave condotto i voli di prova durante il fine settimana senza che gli aerei avessero alcun problema passando attraverso la nube di cenere. A tal proposito il commissario alla concorrenza, Joequin Almunia, ha spiegato che la Commissione europea sta pensando di utilizzare gli stessi strumenti di aiuto alle compagnie aeree che vennero usati all’indomani dell’11 settembre 2001. «Date le circostanze straordinarie, pensiamo di reagire come reagimmo l’11 settembre. Quindi, se gli stati membri decideranno di aiutare le compagnie tramite aiuti di stato, faremo in modo di renderlo possibile», ha aggiunto il commissario Ue a Bruxelles parlando a un dibattito organizzato da European Policy Centre. Almunia, assieme al suo collega responsabile dell’economia, Olli Rehn, è stato nominato domenica dal presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, membro del gruppo ad hoc che si occuperà di reagire alla crisi del trasporto aereo europeo creata dalla nube di cenere vulcanica islandese.
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