Moltissimi utenti non sono riusciti a completare la procedura di iscrizione. Circa 400 mila contatti dal lancio della Pec, oltre 25 mila registrazioni. Le scuse di Poste italiane e Telecom
Il sito della Pec |
MILANO – La signorina sorride al centro della pagina: «È stato raggiunto il numero massimo di connessioni. Riprovare più tardi». Però lei non si smuove da lì: alle 14, alle 15, alle 16, alle 17 e alle 18 appare sempre lo stesso messaggio. Più snervante di certe code allo sportello. Eppure, la Posta elettronica certificata – lanciata lunedì da Renato Brunetta – doveva servire proprio a snellire il dialogo con la pubblica amministrazione, garantendo valore legale alle comunicazioni.
TROPPI CONTATTI – Il giorno stesso della presentazione, il sito www.postacertificata.gov.it – attraverso il quale è possibile aprire la propria casella personale – è però andato in tilt. Motivo? L’inatteso «boom» di contatti, che al ministero considerano un segnale di apprezzamento per l’iniziativa. Ma la situazione, 24 ore dopo il lancio ufficiale, non appare affatto migliorata. Moltissimi utenti non sono riusciti ad avviare la procedura, in altri casi il sistema si è bloccato sul più bello. Qualcuno racconta sul web di aver provato addirittura durante le ore notturne, senza ottenere nessun risultato. Si può parlare ancora di effetto sorpresa? O qualcosa non sta funzionando come dovrebbe? «Sono mediamente 20mila gli accessi orari registrati al portale per oltre 400mila contatti dall’avvio del servizio» spiegano in una nota congiunta Telecom Italia e Poste italiane, che gestiscono il servizio. Più di quanto si attendessero, probabilmente, anche se Brunetta ha spiegato che il sistema dovrà essere in grado di attivare circa 40 mila pratiche al giorno per arrivare a 10 milioni di Pec entro il 2010.
MIGLIAIA DI REGISTRAZIONI – Per i rallentamenti, Poste Italiane e Telecom Italia si scusano con i cittadini: «Il sistema è in continuo potenziamento per rispondere – dicono – al crescente flusso di richieste e per soddisfare in maniera sempre più tempestiva le esigenze di informazione e di registrazione dei cittadini». Nuovo tentativo, allora. Che sia la volta buona? Niente da fare, la signorina è sempre lì: «Riprovare più tardi». E non c’è nessuno con cui scambiare quattro chiacchiere mentre si aspetta in coda.
Germano Antonucci