«NON È PIU’ RISCHIOSO CHE ANDARE IN AUTOMOBILE». Uno studio Usa rileva rischi di cancro endometrio per le donne che fanno uso molto prolungato. Ma gli esperti tranquillizzano:«niente paura, è controllato da anni»
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MILANO – L’uso regolare e prolungato per anni di borotalco nelle parti intime femminili aumenterebbe i rischi di sviluppare un tumore dell’endometrio nello donne già in menopausa. L’associazione tra l’utilizzo almeno una volta a settimana per anni o decenni della polvere di talco amatissima da donne e bambini e il rischio di cancro è comprovata da una nuova indagine scientifica condotta alla Harvard Medical School e pubblicata sull’ultimo numero della rivista Cancer epidemiology Biomarkers & Prevention «Ma non scateniamo il panico, per favore. Sarebbe come dire che chi va in macchina tutti i giorni per 200 chilometri rischia di morire più di chi la usa per fare il giro dell’isolato nel weekend» precisa Massimo Franchi, presidente della Società italiana di oncologia ginecologica. Bisogna, insomma, procedere con cautela, tenendo conto degli indizi che i ricercatori stanno raccogliendo già da anni e che gli esiti di questo nuovo studio sono parziali.
GIÀ «SOTTO CONTROLLO» – Prima di tutto è bene sapere che il borotalco è «indagato» da tempo e che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc di Lione) ha classificato le polveri per il corpo a base di talco come possibili cancerogeni per l’uomo nel 2006. Possibili, tutte da verificare (insieme ad altre 248 sostanz , per ora), non probabili né tantomeno certe. Gli esperti avevano valutato i risultati di diversi studi (fra cui altri ad opera degli stessi ricercatori di Harvard) sull’associazione tra l’uso delle polveri a base di talco per l’area genitale (perinelae, per l’esattezza ) e l’insorgere di carcinoma ovarico, prendendo anche in considerazione le prove ottenute da test effettuati su animali e il meccanismo di azione del talco, ed erano giunti alla conclusione che: «c’è limitata evidenza della cancerogenicità dell’uso perineale delle polveri a base di talco».
IL NUOVO STUDIO – Ora gli studiosi americani studio hanno esaminato i dati relativi a più di 66mila donne, tra le quali 599 avevano ricevuto una diagnosi di adenocarcinoma invasivo endometriale tra il 1982 ed il 2004. Gli esiti parrebbero indicare che per le donne in menopausa che avevano usato borotalco intorno agli organi genitali con un certa frequenza nel corso di molti anni esisterebbe un aumento dei rischi di tumore dell’endometrio del 21 per cento. E per chi faceva uso di talco regolarmente (almeno una volta a settimana) il pericolo salirebbe al 24 per cento. «Ora servono ulteriori indagini per avere delle conferme e indagare quale possa essere il meccanismo di azione» hanno precisato gli autori, ipotizzando che la polvere di borotalco, contenente agenti infiammatori, si diffonda dagli organi genitali esterni a quelli interni femminili causando infiammazioni di lunga durata che, a loro volta, stimolano la formazione di un tumore.
I NEMICI ASSODATI – Quella dell’endometrio è la più frequente fra le neoplasie ginecologiche e in Italia sono circa cinquemila i nuovi casi ogni anno. «Fra i principali fattori predisponesti noti – conclude Franchi – ci sono età avanzata, diabete, sovrappeso e obesità. E la familiarità di primo grado, per cui chi ha madre o sorelle con questa malattia è esposto a un rischio maggiore». Si tratta, fortunatamente, di una forma poco aggressiva che, se diagnosticata negli stadi iniziali, ha una prognosi molto buona soprattutto le donne in post-menopausa, le più esposte a questo tumore. Per una diagnosi precoce è importante rivolgersi a uno specialista (che procederà con eventuali accertamenti) anche solo in presenza di perdite ematiche, perché i sanguinamenti anomali – per quanto lievi, passeggeri e poco dolorosi – sono l’unica possibile spia.
Vera Martinella (Fondazione Veronesi)